L’Insula romana è un premio di lunghissima tradizione, nato in un ambiente culturale assolutamente diverso da quello di oggi e in una realtà locale umbra altrettanto cambiata. In trentasei edizioni, il Premio ha registrato, però, un dato immutabile, certo, certissimo: la continuità con cui la Pro Loco è riuscita a superare gli inevitabili momenti di crescita, l’avvicendarsi delle attenzioni e dagli stimoli culturali dai quali il Premio è stato circondato, il vivacizzarsi delle passioni che ha portato a molti confronti.
La formula del Premio è semplice, ma è articolata la sua architettura: qui sta, forse, il grande potere di coinvolgimento che esso esercita, “pescando”, per così dire, in più direzioni, perché non si sa mai, questo nostro territorio, dove, in quale direzione culturale (nella pittura, nella poesia, nella narrativa) sta per espandersi, anno dopo anno. E fa bene, dunque, la Pro Loco, insieme con il Comune, tenere attive tutte le antenne in ogni angolo della Valle Umbra, e a mandare in onda, ogni anno, una nuova puntata culturale del palinsesto inventato quasi quarant’anni fa e poco poco, appena appena ritoccato.
Fanno bene le scuole a tenere il passo della cultura che i più grandi cercano di trasmettere ai ragazzi: (anche) quest’anno è significativa la presenza dell’Istituto Comprensivo “Bastia I” e della Scuola secondaria di I Grado “Colomba Antonietti, che si sono cimentati con la narrativa edita di spessore nazionale in un lavoro avvincente con gli “autori”. Ecco, dunque, la formula semplice ma articolatissima (il Premio Arte e Pittura Roberto Quacquarini, la poesia inedita nazionale che ha preso spunto da due versi di D’Annunzio, il Premio Pascucci al merito scolastico e il Premio alla cultura), capace immediatamente di trasformarsi in spettacolo, accattivante spettacolo nel corso del quale Bastia cresce e si ritrova a incamerare un surplus intellettuale che non può che fare il bene, in particolare, di tutta la comunità locale qui magnificamente rappresentata stasera.
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