Del Direttore
Marcello Migliosi
BASTIA UMBRA – Quel giovane, che la notte dell’accoltellamento del 32enne bastiolo, aveva preso a cazzotti il citofono di casa perché non riusciva ad aprire la porta, sarebbe stato scagionato. Lo avevamo previsto negli articoli che scrivemmo nei giorni scorsi. L’indagato, era tale, per “atto dovuto”, come si dice in questi casi. Anche la sua vicenda si era “consumata” a pochissima distanza da via San Vitale, nei pressi del centro storico di Bastia Umbra, dove si è verificato il fatto di sangue. Nel frattempo gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri di Assisi, che attendo l’esito degli esami del Ris di Roma, continuano le indagini. Proseguono senza sosta esaminando e riesaminando i filmati delle telecamere della banca che è situata proprio a ridosso dell’incrocio che via San Vitale fa con via Veneto. L’aggressore è inquadrato, in controluce per via dei negozi posizionati sull’altro lato della strada, e le immagini non lo riprendono più quando lui svolta nella via dove è avvenuta la sanguinosa aggressione. Ma i tempi dell’attacco ci stanno tutti, 4 5 secondi per piombare sulla povera vittima e colpirla a suon di coltellate (una ventina), in circa 30 secondi. Subito dopo le telecamere lo inquadrano di nuovo e l’assalitore scappa in via Cesare Battisti. Prprio in quella via, lo documentiamo con le immagini, c’era un percorso di una cinquantina di metri con una lunga fila di gocce di sangue. Liquido ematico che si interrompeva improvvisamene davanti al cancello arrugginito dell’ex Consorzio agrario della Città. Stabile abbandonato e con erba alta davanti. Non è sfuggito, però, ai Carabinieri che sono tornati e ritornati sul posto, che le gocce – o meglio una vera e propria scia di sangue – era presente sul cancello. I Militari di Assisi, al seguito del maggiore Marco Sivori, hanno chiesto subito appoggio alla polizia locale che ha fatto attivare la cooperativa che si occupa anche della manutenzione del verde in città. Tagliata l’erba saltato fuori il coltello, ancora sporco di sangue. Arma a lama corta con dei piccoli fori, arma in ogni caso pericolosissima, tant’è che i fendenti inferti con quel coltellino hanno mandato in fin di vita il 32enne. Come abbiamo già scritto si fa sempre più largo l’ipotesi di uno sbaglio di persona. Ma su questo per ora non si hanno conferente. Non resta che attendere l’esito dell’esame del Ris di Roma per verificare se impronte e Dna siano di una qualche persona schedata.
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