di Morena Zingales
BASTIOLA DI BASTIA UMBRA – Le analisi hanno escluso la presenza di agenti contaminanti. Sono questi i risulti pervenuti dall’Istituto zooprofilattico di Foggia, dove erano state inviate le due buste sospette recapitate al Nuovo molino Grigi di Bastiola di Bastia Umbra. I due pacchi sospetti, ricordiamo, erano indirizzati una al titolare dell’azienda e l’altra all’avvocato che gestisce alcune pratiche del gruppo. Entrambe identiche contenevano al loro interno della polvere sospetta e un foglio con l’agghiacciante scritta “Contiene antrace”.
L’emittente televisiva locale TeF Channel ha raggiunto telefonicamente Antonio Fasanella, il Responsabile dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia. Fasanella ha risposto ad alcune domande fatte dai conduttori del telegiornale, i giornalisti Paolo Pianigiani ed Elena Ballarani.
“Abbiamo analizzato le buste ricevute. Il contenuto non era polvere, ma si trattava di sostanza collosa, degradata in seguito al processo di sterilizzazione”. Ha detto Antonio Fasanella.
“I campioni, rispetto a qualche anno fa – spiega il responsabile – vengono lavorati in doppio. Facciamo un primo test definito rapido che comunque è molto affidabile e poi effettuiamo un secondo che dà i risultati definitivi e ufficiali. Il primo esame screening effettuato sulle buste, ha dato esito negativo: non c’è antrace. Il secondo ha scongiurato il pericolo di Antrace. La sostanza, durante il test, si è sciolta a causa del calore”.
A Foggia, quindi, si avanza l’ipotesi che possa trattarsi di zucchero.
“Il nostro compito – dice ancora Fasanella – è quello di escludere la presenza di questo batterio, successivamente le buste verranno prelevate e se sarà il caso saranno poste ad altro tipo di analisi.
“Il centro di Foggia lavora dal 2001 su tutti campioni sospetti che vengono recapitati in Italia e posso garantire – conclude Fasanella – che non è mai risultato un campione positivo”.
Il bacillus anthracis è definito la bomba atomica dei poveri è un batterio altamente patogeno che sotto forma di spora può conservare la proprio a patogenicità per tantissimi decenni. E’ il batterio a potenziale uso terroristico più usato. Intanto le sei persone, tutte donne di cui due incinte, tre dipendenti dell’azienda e tre dello studio legale entrate in contatto con le due buste sospette, erano state trasferite invia precauzionale al reparto malattie infettive dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.
Nonostante l’evidente stato di agitazione, nessuna delle donne presentava alcun sintomo preoccupante. Completata la profilassi, pertanto, le dipendenti sono state dimesse dall’ospedale nel giro di poche ore con la prescrizione di una terapia antibiotica domiciliare a scopo preventivo, sospesa una volta avuta la conferma che il materiale sospetto non era antrace.
I carabinieri di Assisi, coordinati dal maggiore Marco Sivori, hanno avviato delle indagini volte a risalire all’autore – o agli autori – del gesto. L’invio delle due buste si traduce in procurato allarme prefigurandosi come atto in qualche modo intimidatorio. Gli inquirenti si concentrano in particolare sui rapporti dell’azienda con dipendenti e fornitori. Compito non facile, vista l’assenza di minacce.
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