Cerca la sorella abbandonata alla nascita e che vive a Bastia, aiutiamo Mario
di Morena Zingales
«Sono nato da una relazione che è finita dopo sei anni, con il divorzio. Sono poi cresciuto con i miei nonni paterni che non sono gli stessi di mia sorella, condividiamo insieme solo la mamma che non ho più visto fino a quando non l’ho cercata io stesso, a 19 anni. Dopo tre anni dal divorzio con mio padre, mia mamma ha avuto una bambina che ha lasciato in ospedale. Ho scoperto della sua esistenza sei anni fa». Con queste parole Mario Borzì, nato e cresciuto a Catania, cerca sua sorella ormai adulta che vive a Bastia Umbra con la famiglia che l’ha adottata.
Scrive alla nostra redazione una lettera con il cuore in mano, chiedendo a noi un’aiuto speciale. Queste le sue parole: «Gentile direttore, le scrivo questa mail per chiederle un aiuto speciale col cuore in mano. Un regalo di Natale, se vogliamo essere proprio sinceri, a uno sconosciuto!»
Noi lo abbiamo contattato e telefonicamente ci ha raccontato la sua storia: «Ho scoperto della sua esistenza da solo sei anni – dice – e da quell’istante la mia vita non è stata più la stessa. L’ho cercata tantissimo e quest’anno, il 10 febbraio per l’esattezza, ho scoperto il suo nome e il suo indirizzo grazie a una pagina estremamente specializzata nel ritrovo di familiari scomparsi come i figli adottivi».
Mario conosce il nome e il cognome della sorella, sa chi è. L’ha cercata anche su Facebook, ma l’esito è stato negativo: «Inizialmente, ero troppo emozionato e le ho scritto di getto un messaggio su Facebook perché era iscritta, ma non mi ha risposto. Dopo qualche ora, mi sono venuti seri dubbi sul fatto che sapesse o meno di essere stata adottata e ho scritto al padre per chiedergli l’approvazione e poterla così conoscere. Lui mi chiamò e mi intimò di starle lontano e che mi avrebbe denunciato se avessi provato a insistere. Credevo e credo ancora ora che la sua è stata una forma di grande paura, ma adesso è quasi passato un anno, siamo a Natale, potrebbe ripensarci!»
E parlando del padre adottivo della sorella (ricordiamo che i due hanno in comune solo la mamma e che la sorella è stata adottata dopo essere stata abbandonata in ospedale ndr), scrive: «Quel che davvero vorrei è la sua approvazione, vorrei conoscere mia sorella ma ho paura delle conseguenze. Se mia sorella sa già di essere stata adottata, se ha saputo che la sto cercando, io vorrei tanto chiedergli nuovamente se posso conoscerla o se è lei in verità a non volerlo».
Mario Borzì è laureato e fa il docente. Attualmente vive e lavora a Trieste. Navigando sul web troviamo il suo profilo Facebook dove è pubblicata una lunghissima lettera dedicata alla sorella.
Ecco alcuni passi: «Chissà se mai mi pensi, se mai hai parlato con qualcuno di me, se mai hai cercato su Google il mio nome…»
«…sono passati quasi nove mesi da quando ti ho scritto, da quando ho visto i lineamenti del tuo volto, da quando mi è stato svelato il tuo nome, da quando ho cominciato a dire grazie perché i miei pensieri hanno finalmente un’immagine reale, vera, non oscura e da ricercare fra i passanti delle strade».
«La mia storia è molto simile alla tua, le differenze sono poco evidenti ma tu questo ancora non lo sai perché non ho mai avuto il tempo di dirtelo…»
«Non lo sai, ma per me sei la cosa più luminosa di questo nostro legame con la mamma biologica. Non ti cambierebbe molto se ci conoscessimo, forse avresti un maggiore equilibrio anche se ti sembra strano. Non so cosa pensi, non so come vivi, non so se hai fratelli o sorelle, so solo che mi piacerebbe tanto ricevere un qualsiasi gesto da parte tua…»
«Sapessi cosa ho provato io quando ho scoperto della tua esistenza! Ti voglio bene! Spero un giorno tu ci possa credere!»
Il caso di Mario è stato trattato anche da “Le Iene” di Mediaset, c’è un video pubblicato sul web con la sua richiesta di aiuto.
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