
Campo Fatigoni Bastia Umbra, Mocci, Andrea Ranocchia ha cominciato lì
da Emanuele Mocci
Bastia umbra – In uno sport di combattimento come è il rugby, dopo che le squadre hanno combattuto per 80 minuti , festeggiano il terzo tempo. I giocatori di ambedue le compagini che nel rettangolo verde se le sono date di santa ragione , mangiano insieme e si scambiano i complimenti per la partita giocata. Questo accadeva anche nel campo dei Fatigoni. Ricordo come fosse ieri quando mia madre comprava il gelato per tutti noi piccoli atleti stanchi e accaldati.
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ANDREA RANOCCHIA
Mocci: “Non importava chi avesse vinto , l’ importante era stare insieme. Solo Dio sa quante partite ho giocato nel campetto dei ” Fatigoni” che per 47 anni è stato il luogo di ritrovo di moltissimi giovani appassionati di calcio, persino Andrea Ranocchia ha iniziato a giocare li”.
Quel giardino se potesse parlare quante cose potrebbe dirci. Ma ad agosto 2015 qualcosa si è rottO. Fino ad un mese prima tantissimi bambini riempivano quel campo per poi dissolversi nel nulla. Il mio cuore piangeva lacrime di dolore , così nel’ ottobre del 2016 animato da grandissimi propositi e sospinto da una folta colonia di mamme e ragazzini , ho deciso di raccogliere delle firme per reintrodurre le porte nel Campetto dei Fatigoni che hanno raggiunto quota 300.
Nonostante i miei sforzi avevo visto che nessuna forza politica avesse avuto interesse nel ripristinare tutto com’ era prima, fino a che l’ Avv Renzini non si appassiona a questa tematica ed inizia a contattarmi. Immaginate che una persona afflitta da una grave malattia riceva una piccola speranza da un dottore il quale gli dice che c’ è una cura sperimentale che può cambiare le cose. Beh questa metafora descrive in pieno come mi ero sentito in quel momento. Iniziavo a credere che le cose potessero cambiare , fino a che due giorni fa non c’ è stato il Consiglio Comunale. Tanti partecipanti hanno ascoltato in religioso silenzio i vari consiglieri con la speranza che le cose potessero cambiare.
- Dentro quella sala tanti adolescenti hanno riposto fiducia nella Giunta Comunale. Ma non avevamo fatto i conti con i nostri politici. Una questione apolitica è diventata populistica.
La discussione da costruttiva era diventava distruttiva. Parole forti venivano dette da una parte e dall’ altra. In quel momento capì che quella cura che potesse guarirmi da quel male che mi affliggeva l’ anima non era servita a nulla anzi aveva peggiorate le cose più di quanto lo fossero prima. Molti ragazzi dopo il voto sono scoppiati in lacrime perché a malincuore avevano capito che non ci sarebbe stato nulla da fare.
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