
Libro Alberto La Volpe, ecco il perché del numero Rai 643111
“Rai 643111. Il taccuino di un giornalista lottizzato”. E’ il titolo dell’ultimo libro di Alberto La Volpe presentato questa sera a Bastia Umbra nel Chiostro del Monastero Benedettino di Sant’Anna, per iniziativa dell’Amministrazione comunale. Erano presenti il Sindaco Stefano Ansideri, Roberto Conticelli, Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti dell’Umbria, alcuni assessori e consiglieri comunali di Bastia.
82 anni e una lunga vita di giornalista sulle spalle. La Volpe, nato Napoli nel 1933, è stato co-fondatore e vicedirettore del Tg3; poi dal 1987 al 1993 direttore del Tg 2, incarico che agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso ha lasciato in seguito all’elezione nel Parlamento italiano. E’ un socialista convinto. E’ stato, poi, sottosegretario ai Beni culturali e ambientali con il Governo Prodi e sottosegretario all’Interno del Primo Governo D’Alema. Tra il 1970 e il 1980 è stato anche Sindaco di Bastia Umbra.
La Volpe, giornalista e dirigente Rai, in questo libro racconta la storia della Rai nell’epoca in cui i partiti contavano, al tempo della prima Repubblica. Dopo il saluto del sindaco La Volpe è intervistato da Roberto Conticelli che ha risposto alle sue domande Perché il numero 643111? L’autore nel suo intervento ha risposto dicendo: “Non è un numero di un centralino telefonico, ma una cifra irriverente usata da Bettino Craxi per capire la lottizzazione”. In sintesi, ecco il segreto svelato: “Ai vertici della Rai nella Prima Repubblica 6 persone erano della Dc, 4 del Pci, 3 del Psi e uno, rispettivamente, di socialdemocratici, repubblicani e liberali”.
E poi ha parlato delle redazioni di ieri e di oggi: “I giornali non si fanno senza le redazioni – ha detto:“Quella del Tg2 era multicolore e burrascosa, ma sapeva splendidamente rispondere ad ogni prova. La qualità dei giornalisti era alta”. Ha parlato di redazioni e di giornalisti in un mondo nel quale gli editori e i direttori, grazie anche alla crisi dell’informazione, sarebbero ben lieti di confezionare giornali senza giornalisti. La valanga di giornalisti disoccupati, precari, con contratti a termine, sottopagati aumenta i poteri di ricatto di editori e direttori. E infine rivendica: “Sono orgoglioso di essere del partito Rai.
Abbiamo sempre lavorato con grande autonomia e libertà. Alle volte abbiamo dato un po’ troppo Craxi, ma non so se poi gli ha giovato”. E poi, dopo tanto parlare, ha concluso con una battuta: “Leggete il libro. Chiamate il 643111. Vi divertirete!”.
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