Donne vittime della tratta
La ricorrenza dell’8 marzo è appena trascorsa, ma resta più urgente che mai la necessità di contrastare le discriminazioni e la violenza di genere, e di diffondere una cultura dei diritti delle donne. E’ proprio in occasione dell’8 marzo che le fotografe ferraresi Ippolita Franciosi e Letizia Rossi hanno danno voce, per la prima volta, alle donne migranti che raramente hanno l’occasione di raccontare la loro visione della realtà o esprimere la propria fantasia nello spazio pubblico della città. Patchworks, “The face of freedom is female”, la prima mostra fotografica realizzata da donne vittime di violenza. Ma Patchworks non è solo una mostra, inaugurata il 6 marzo al Palazzo Ducale di Ferrara (e attesa a Trieste, dove verrà ospitata fino al 26 Maggio nella Sala del Palazzo Municipale). Patchworks è un progetto nato e sviluppato dalle due fotografe nei laboratori creati nei centri antiviolenza e antitratta di Pisa, Pinerolo, Reggio Emilia e Ferrara. Si tratta di un vero e proprio work in progress che coinvolgerà anche altre città italiane, Perugia compresa, e che aggiunge tasselli di diversità di cui ogni donna vittima è portatrice. Particolarità unica di Patchworks è di non essere una delle tante iniziative dove le donne restano passive, oggetti indicati alla compassione del un pubblico, ma sono state formate appositamente, insegnando loro i rudimenti della fotografia e delle sue tecniche principali, perché loro stesse si raccontassero. Un’esperienza di crescita, forse terapeutica, per le donne vittime della violenza, ma nel contempo un prezioso contributo a comprendere una realtà ancora troppo defilata, e narrata tramite stereotipi e approssimazioni, per coloro che hanno avuto la fortuna di restare estranei al fenomeno.
Roberta Bistocchi
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