“Deus ex machina”, eccezionali i “ragazzi” della Libera Università

“Deus ex machina” è una commedia surreale e metateatrale che prende spunto e intreccio dalla commedia “Dio” di Woody Allen, ma che viene poi liberamente rivista e intessuta di battute alleniane tratte da altri testi del grande regista e attore americano.

E proprio Deus ex machina è andato in scena a Bastia Umbria, martedì sera, nella Sala Espositiva del Monastero delle Monache Benedettine. Gli attori i “ragazzi” del Laboratorio teatrale della Libera Università e diretto da Roberto Biselli del Teatro di Sacco.

E’ una tratta di una commedia nella commedia dove i personaggi, apparentemente immersi nella contemplazione di un cielo immobile, nascondono un desiderio di cambiamento radicale delle loro esistenze. Lo spettacolo, come già detto, è l’evento finale del Laboratorio 2013-2014 della Libera Università di Bastia Umbra, è stato riproposto nella rassegna estiva proprio per il successo riscosso lo scorso maggio quando ogni interprete mise a disposizione parti di sè, fruendo contemporaneamente di ciò che gli altri offrivano: difficoltà, comprensione, capacità operative, creatività. Sapientemente guidati dal regista Roberto Biselli, gli interpreti hanno interpretato al meglio il proprio personaggio, restituendolo con autenticità al pubblico, incarnando un’ironia non immediata.

Ha fatto da cornice alla serata un’esposizione di Opere del Gruppo E’ Art, coordinamento dell’artista Raffaele Tarpani, ed un cocktail offerto dal Ristorante La Cantina. Erano presenti il Sindaco Stefano Ansideri e la signora Lucia e l’Assessore alla Cultura Claudia Lucia.

“Ormai sono quasi 10 anni che ci conosciamo. Dice Roberto Biselli del teatro di sacco. E’ una esperienza molto bella questa con il lavoro di Libera Università di Bastia perché consente a me professionista di avere un rapporto reale con il territorio. Per me avere rapporto con laboratori e situazioni che hanno una dimensione potremmo chiamarla più “umana” tra spettatore è sempre un grande piacere rigenerativo perché ti dà un senso profondo del tuo fare teatro e ti rispecchia anche quelle che poi sono le esigenze reali delle persone che si mettono in relazione con te”

Riferendosi alla Liberà Università il regista spiega che “E’ una scuola di umanità, persone che cercano di imparare a fare sé stessi, quindi dimenticare un po’ l’imitazione e di trovare la natura umana del proprio essere. Essere autonomi e, in questa autonomia, si trova la capacità di essere espressivi e significativi”.

“In questi 10 anni di persone ne saranno passate una centinaia, quest’anno sono più di una dozzina. C’è stato un bel ricambio e un gruppo di base che ha continuato. Il teatro per una città come Bastia – conclude – è un po’ un salotto buono dove la città si incontra e si confronta. Le persone che frequentano il laboratorio diventano dei cittadini che in qualche modo attraverso la pratica si interrogano su alcuni temi coinvolgendo tutti, gli ospiti e gli amici e curiosi, a condividere insieme queste tematiche, questi momenti di crescita comune.

 

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