
da Fabrizia Renzini
Consigliere comunale “Gruppo Misto” Comune di Bastia Umbra”
Parco acquatico, piscina olimpionica? Renzini, vogliamo solo un’altra Eden Rock A Bastia non servono mega strutture né tanto meno miracoli per restituire alla città ciò che non c ‘ è più e di cui invece ci sarebbe bisogno per tutti. Quello che l’Amministrazione Ansideri oggi chiama “Parco Acquatico”, alludendo, con ingannevole enfasi, a grosse strutture – quali, per citare solo qualche esempio, quella di Oltremare a Riccione o quella di Wet ‘n Wild negli Stati Uniti d’America – non serve a nulla, se non a gettare fumo negli occhi ai creduloni di turno, se ancora ce ne siano.
Bastia Umbra ed i suoi cittadini hanno semplicemente bisogno di una piscina scoperta che oggi non c’è più; e questo grazie all’ignobile ed affaristico abbattimento operato nel 2008 dell’amata ed oramai passata alla storia Eden Rock.
Ed oggi, anche quel PD, già artefice della notturna sparizione dell’Eden Rock, parla della necessità di una piscina olimpionica di 50 metri senza tuttavia sapere che, piscine di siffatta grandezza, non sono economicamente sostenibili e che è lo stesso C.O.N.I. a non incoraggiarne la realizzazione.
Ne sono l’esempio – tanto per fare qualche nome – la dismessa piscina degli Olivi di Assisi e quella attualmente esistente nel Comune di Spoleto, che pur ospitando eventi natatori a carattere nazionale, fa fatica ad essere ben gestita sotto il profilo economico. Chi qui scrive, nell’anno 2011 impiegò 9 mesi per portare a termine lo studio di fattibilità della c.d. “Città dello Sport”, ubicata proprio in adiacenza all’attuale piscina comunale coperta di Bastia.
Questo studio di fattibilità comprendeva non solo tutte le strutture che li sarebbero state localizzate (Palazzetto dello sport, pista di atletica, foresteria, impianto natatorio, anfiteatro per concertistica ed eventi culturali, aree ricreative e ludiche, compresa un area Wi-Fi per i giovani e la pista…..) ma dettava anche i parametri economici in termini di costi/ricavi che il gestore avrebbe dovuto sopportare, aprendo così la strada al c.d. Project financing in sinergia pubblico/privato.
Parlare di piscina di 50 metri è assolutamente fuori luogo in quanto il PD sembra non aver oggettivamente analizzato gli oneri necessari a mantenere un impianto natatorio di tali dimensioni e dedicato, peraltro, esclusivamente a coloro che praticano il nuoto a livello professionistico o semiprofessionistico.
Bastia ha piuttosto bisogno di una piscina scoperta che possa ospitare tutti i cittadini: cioè circa 22.000 persone, o comunque oltre 8.000 famiglie, che oggi, per poter fare un bagno in estate, sono costrette o ad andare al mare o a raggiungere comuni limitrofi o i vari bed and breakfast sparsi nel territorio limitrofo che sono dotati di piccole piscine ed aree ricreative con libero accesso.
Una buona politica, cioè quella con la “p” maiuscola, dovrebbe rispondere alle esigenze dei cittadini piuttosto che farsi foriera di asettici slogan elettorali o comunque non consoni alle reali esigenze di chi vive la città in estate. Quando nel 2011 la sottoscritta, prima di essere nominata Assessore alle politiche culturali, portò a termine in soli 9 mesi e di concerto con il C.O.N.I. provinciale, il citato studio di fattibilità di quella che doveva essere la nostra “Città dello Sport”, importantissimo volano per l’economia locale, si premurò anche di organizzare incontri a tavolino con i proprietari delle aree interessate nonchè con imprenditori che in qualche modo si erano resi disponibili ad effettuare l’investimento di concerto con la Pubblica Amministrazione.
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Oggi la scrivente si chiede che fine abbiano fatto quelle trattative da parte degli attuali Assessori preposti, rispettivamente ai lavori pubblici, alle politiche sportive e scolastiche, visto che il progetto prevedeva anche il coinvolgimento delle scuole del territorio.
Oggi, a soli 9 mesi dalla tornata elettorale, l’Amministrazione del Sindaco Ansideri, dopo ben 7 anni di silenzio, vorrebbe farci credere che per il prossimo mese di maggio, sarà pronto questo fantomatico “Parco Acquatico”, che altro non è se non l’impianto natatorio outdoor contenuto nel sopra citato studio di fattibilità della “Città dello Sport”. Quanto al PD, consiglierei un maggior approfondimento sulle linee guida fornite dal C.O.N.I. stesso in materia di impianti natatori.
Augurando a tutti un buon Ferragosto, attendo consigli per chi domani volesse fare un bagno in piscina in attesa della magia ansideriana chiamata “Parco Acquatico”!
Fabrizia Renzini
Ed ecco che il consigliere Renzini non é da meno dei suoi avversari politici, anche lei utilizza frasi ‘ingannevoli’ … in quanto lo studio di fattibilitá fu fatto da uno studio tecnico di Terni esoerto in impianti sportivi su commissione della giunta Ansideri, la signora Renzini faceva da coordinatore e non era neache assessore. Peró ci sperava ad esserlo …
Egregio Pasquino, proprio perche’ ho seguito personalmente lo studio di fattibilita’ di tutta la Citta’ dello Sport, posso affermare che la piscina da 50 metri e’ stata valutata in quello studio “economicamente non sostenibile”. Il fatto che Lei afferma che lo studio venne seguito da professionisti di Terni mi lascia presumere che, a quei tempi, Lei fosse molto ma molto vicino al Sindaco ed alla Giunta Ansideri. Tuttavia, noto che Lei, pur “di casa”, non ha seguito con la dovuta attenzione l’iter dei lavori. Di fatto, quei tecnici di Terni di cui Lei parla non fecero piu’ nulla ed i lavori dello studio di fattibilita’ vennero invece portati avanti da 2 tecnici del CONI provinciale di Perugia, uno dei quali (architetto) ancora oggi segue la questione piscina scoperta. Stia sereno !