Ecco perché il Comune ha pagato gli affitti di due famiglie morose

All’attacco del consigliere Renzini risponde l’amministrazione: “Intervento strumentale, abbiamo agito secondo le leggi in presenza di minori e di una donna incinta”

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All’attacco del consigliere Renzini risponde l’amministrazione: “Intervento strumentale, abbiamo agito secondo le leggi in presenza di minori e di una donna incinta”

Ecco perché il Comune ha pagato gli affitti di due famiglie morose

BASTIA UMBRA – La giunta di Bastia Umbra agevolale famiglie morose? L’accusa è del consigliere Renzini, ma l’amministrazione Ansideri non ci sta, anche considerato che “amministrazione e famiglie coinvolte – secondo la ricostruzione della giunta – si stanno adoperando con il supporto dei servizi perché si creino quanto prima le condizioni per liberare l’alloggio occupato”. La vicenda riguarda gli affitti arretrati di due famiglie straniere morose per 4.000 euro nei confronti dell’Ater, soldi pagati in parte dal Comune. “Quello di Fabriza Renzini – l’incipit della replica del Comune – è un attacco strumentale. Tra l’altro il consigliere, proprio perché avvocato, dovrebbe ben conoscere le cautele e le tutele che devono essere adottate nelle azioni di forza che si mettono in campo in presenza di minori e/o di donne incinta.

Proprio la ricostruzione dei fatti proposta nel suo attacco, omettendo di proposito questi elementi, dimostra la strumentalità dell’intervento costruito a proprio uso e consumo. Se l’avvocato dovesse riscontrare nell’operato dell’amministrazione aspetti illegittimi agisca nelle sedi opportune, anziché insinuare irregolarità che non esistono”.

Per la giunta, la ricostruzione di Renzini “non prende in considerazione che chi si è trovato ad intervenire ha dovuto fare i conti anche con una realtà di degrado sociale, economico e culturale, alla presenza di minori, nel caso della situazione di sfratto per morosità e di una giovane donna incinta, nel caso dell’occupazione abusiva.

Limitare la valutazione della situazione economica del nucleo per il quale l’amministrazione si è impegnata a sanare parte della morosità (l’altra parte è stata pagata al momento dello sfratto dal nucleo stesso), alla descrizione delle condizioni di comfort descritte dalla consigliera e peraltro, assolutamente non evidenziate da chi si è trovato ad entrare in quell’abitazione, suona, ancora una volta, come una evidentemente strumentalizzazione di fatti e persone proprio a ridosso delle imminenti consultazioni elettorali, cavalcando l’onda di chi vuol vedere nell’altro e nel diverso necessariamente un pericolo alla propria stabilità”.

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