«Perché nessuno ci ha avvisati?»

Rassegna stampa della Nazione Umbria
DOLORE E RABBIA LE FAMIGLIE PERUGINE HANNO SAPUTO DELLA TRAGEDIA DAI MEDIA
PERUGIA – DOLORE e rabbia. Sono i sentimenti che prevalgono a Perugia e Bastia Umbria, ovvero le località in cui vivevano Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gian Luca Trevani, i tre sub morti nella tragica escursione di domenica alle Formiche di Grosseto.
LA MOGLIE e il figlio di Giaimo, stimato medico anestesista di 57 anni, si sono precipitati a Grosseto non appena sono venuti a conoscenza di quanto era accaduto nelle profondità del mar Tirreno. Francesca Orfei, la signora Giaimo, ha percorso tutte d’un fiato le centinaia di chilometri che separano il capoluogo dell’Umbria dal litorale toscano, il figlio ventunenne è rientrato in fretta e furia dalle ferie. A piangere il collega, l’amico, il professionista, è adesso tutta l’Usl1 dell’Umbria, all’interno della quale Giaimo svolgeva la mansione di medico responsabile del servizio di Anestesia e Rianimazione degli ospedali del Trasimeno: «Tutti — ha fatto sapere la direzione — hanno potuto apprezzare la sua professionalità e umanità, le innumerevoli persone che ha assistito soprattutto durante gli interventi chirurgici hanno sempre riconosciuto il suo merito nell’alleviare non solo il dolore, ma soprattutto l’incertezza o la paura legati al delicato dell’anestesia. Era un uomo e un medico pieno di energia che si dedicava con passione al suo lavoro e alla famiglia». Ne viene sottolineata poi la disponibilità e «l’allegria che sapeva profondere in un semplice saluto o anche durante una lunga seduta operatoria. Mancherà a tutti».
IL LUTTO della comunità di Bastia Umbra è addirittura doppio. Enrico Cioli era assai conosciuto in città per la sua attività di tappezziere e tutti, ancora oggi, ne ricordano il sorriso e la gentilezza. Gian Luca Trevani lascia un grande vuoto nelle piazze bastiole, dove ricordano gli scambi di battute che il giovane programmatore di computer era solito avere con le persone che incontrava.
BISOGNA però dar conto di un altro sentimento, altrettanto forte, oltre al naturale tormento per la dipartita di persone care in circostanze così drammatiche e imprevedibili. Le famiglie di alcuni dei tre sub morti alle Formiche avrebbero appreso la notizia di quanto era accaduto soltanto attraverso i media, ancora prima che attraverso i canali ‘istituzionali’. Un fatto che, come è logico e comprensibile, ha scatenato reazioni nervose in individui già costretti a sopportare il peso di una straziante perdita.
Luca Vagnetti

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