La Prociv studia la lingua dei segni per il soccorso ai non udenti

Rassegna stampa del Giornale dell’Umbria

PERUGIA – PERUGIA “La Protezione civile lascia un segno” è il titolo di un progetto sviluppato su iniziativa dei volontari di Protezione civile, anche facendo tesoro delle loro esperienze di gestione delle emergenza, come il dopo terremoto de L’Aquila. Soprattutto in queste situazioni, in cui spesso occorrono azioni immediate, il confronto con i cittadini a cui prestare soccorso deve essere il più chiaro ed esaustivo possibile. Talvolta ciò non è facile, soprattutto in presenza di persone che presentano caratteristiche specifiche o forme di disabilità come i non udenti.

Diventa allora necessario sviluppare conoscenze adeguate (in questo caso, la lingua dei segni) per essere in grado di portare aiuto nel modo più efficace superando equivoci, incomprensioni e disorientamenti. Il progetto ha lo scopo di mettere i volontari nelle migliori condizioni di operare anche con persone afflitte da sordità, permettendo loro di capire e farsi capire. Nasce dal Gruppo comunale perugino “Perusia” e da quello dei volontari di Bastia Umbra, con l’Ente nazionale sordi onlus di Perugia (Ens) e l’Associazione interpreti di lingua dei segni italiana dell’Umbria (Anios).

Le attività di formazione sono articolate in un percorso di avvicinamento alla lingua dei segni rivolto ai volontari (una decina di lezioni nel periodo settembre-dicembre); in seminari da svolgere sul territorio assieme agli appartenenti ad Ens e loro familiari e conoscenti (febbraio-marzo); in incontri conclusivi per operare una sintesi delle esperienze e valutare se realizzare un opuscolo riassuntivo (maggio).

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