
Sgomberata area rom a Bastia Umbra, c’era anche 44enne più volte denunciata
Polizia di Stato e Polizia Locale di Bastia Umbra al seguito, rispettivamente del commissario Francesca Domenica Di Luca e del maggiore, Carla Menghella, hanno sgomberato un’area rom abusiva ricavata in un parcheggio del territorio cittadino. All’operazione di controllo ha contribuito anche il personale dell’Arma dei carabinieri, coordinato dal tenente colonnello della compagnia di Assisi, Marco Vetrulli.
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Un intero parcheggio occupato
Le Forze dell’ordine hanno setacciato l’area controllando due furgoni e 4 roulotte. I messi occupavano l’intero parcheggio senza che fosse adibito e attrezzato allo scopo di ospitare l’insediamento.
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C’erano dieci persone
Nel campo rom c’erano 7 donne e 3 uomini, tutti cittadini italiani quasi tutti con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. In sostanza avevano preso possesso dell’area impedendone, di fatto, l’utilizzo da parte degli utenti delle varie attività della zona industriale.
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Erano lì da molto tempo
Nel corso del sopralluogo sono stati notati, all’esterno delle autovetture stendini, secchi e sacchi dell’immondizia che di fatto costituivano prova di un’occupazione non momentanea dell’area, per altro vietata dal Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Bastia Umbra.
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Ordine di allontanamento
Gli agenti della locale polizia locale hanno proceduto all’emissione, nei loro confronti, dell’ordine di allontanamento del Sindaco ai sensi dell’art. 9 della Legge 14/2017 sulla sicurezza urbana. Dopo i controlli dei soggetti, gli agenti di polizia hanno scoperto che una donna del gruppo – una 44enne -, era già stata colpita dal provvedimento del Questore del divieto di ritorno nel Comune di Bastia Umbra emesso nel 2018 per la durata di tre anni. Per questo, rintracciata nel Comune, è stata denunciata anche per violazione del provvedimento del Questore.
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Tutti e dieci denunciati
I dieci soggetti sono stati denunciati in stato di libertà per il reato all’art. 639 bis c.p.. In concorso tra loro hanno arbitrariamente un’area pubblica non attrezzata, per permanervi, causando un danno alla collettività per il mancato utilizzo dell’area agli scopi predestinati. Dopo le formalità di rito, il gruppo ha liberato l’area.
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