
In piazza per giustizia, beni confiscati e memoria
A Bastia Umbra – È partita il 23 maggio da Bastia Umbra la tappa regionale della campagna nazionale “Fame di verità e giustizia”, promossa da Libera per sensibilizzare la popolazione sull’urgenza di un impegno civico e istituzionale contro mafie e corruzione. La data scelta coincide con il 33° anniversario della strage di Capaci, ricordata con iniziative pubbliche che hanno coinvolto adulti e bambini nella piazza centrale della città in provincia di Perugia.
L’evento inaugurale si è svolto attraverso un grande gioco ispirato al Monopoli, realizzato in collaborazione con il gruppo scout Agesci e il Comune di Bastia Umbra. Caselle viventi e animazioni tematiche hanno raccontato storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata, focalizzandosi su fenomeni legati al territorio umbro e alle sue criticità. È stato un modo per affrontare il tema delle mafie con un linguaggio accessibile, capace di coinvolgere attivamente cittadini di ogni età.
A Bastia Umbra
Al centro dell’azione anche la questione dei beni confiscati: a Bastia Umbra ne sono presenti cinque, ma solo in due casi in tutta la regione si è concretizzato un vero riutilizzo sociale. Una palazzina ad Acquasparta è stata recentemente destinata a cinque alloggi a canone concordato, mentre a Pietralunga un’azienda agricola lavora su terreni sottratti alla criminalità. La necessità di un maggiore impegno istituzionale su questo fronte è stata al centro della mobilitazione. Simbolicamente, due tavole sono state allestite in piazza: una vuota, a rappresentare la “fame” di giustizia e verità, l’altra imbandita con i prodotti di Libera Terra, provenienti proprio da quei beni confiscati e trasformati in risorse per la comunità.
Nel corso dell’evento, alle bambine e ai bambini è stato spiegato il significato del riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie, mentre agli adulti è stato chiesto di riflettere su possibili destinazioni d’uso per i beni attualmente non assegnati, stimolando un immaginario collettivo fatto di proposte concrete. Il messaggio è chiaro: la legalità non è un concetto astratto, ma si costruisce quotidianamente anche attraverso la destinazione giusta dei patrimoni confiscati alla criminalità.
A Bastia Umbra
La giornata ha voluto anche commemorare le vittime dell’attentato di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Le loro storie sono state narrate al pubblico, con un focus sulla necessità di tenere viva la memoria come strumento per rafforzare la consapevolezza e l’impegno contro le mafie.
“Fame di verità e giustizia” è un’iniziativa nazionale che attraversa l’Italia e l’Europa con oltre cento tappe, portando con sé un’agenda civile articolata in dieci punti, che toccano temi come la regolamentazione del gioco d’azzardo, il rafforzamento del diritto alla verità, il contrasto alla corruzione, la protezione di chi denuncia e la promozione dell’educazione come strumento di emancipazione.
I dati raccolti da Libera sui cosiddetti “reati spia” – ovvero quelli che possono indicare la presenza di fenomeni mafiosi sul territorio – delineano un quadro allarmante per l’Umbria. Nel 2024 si contano 4.933 casi riconducibili a questo tipo di criminalità. Di questi, ben il 77% è concentrato nella provincia di Perugia, con 3.808 episodi che comprendono truffe, frodi informatiche, estorsioni e riciclaggio di denaro. La restante parte si registra a Terni, con 1.124 reati, tra cui spiccano 37 estorsioni e 1.027 truffe e frodi informatiche.
Tali numeri confermano la rilevanza della presenza mafiosa anche in territori spesso considerati marginali rispetto alla criminalità organizzata tradizionale. Secondo Libera, si assiste a un progressivo allentamento del controllo normativo e legislativo, che rischia di favorire l’espansione dei clan e delle reti di corruzione. A fronte di leggi severe applicate agli strati sociali più fragili, manca un’azione efficace contro i colletti bianchi e le infiltrazioni mafiose nei gangli economici.
Il percorso di Libera proseguirà in Umbria con altre due tappe. Il 25 maggio a Perugia, presso il Parco Ferento vicino al Circolo Arci La Piroga, l’attenzione sarà rivolta al tema del gioco d’azzardo. Un pomeriggio di giochi e merenda equosolidale con prodotti di Libera Terra sarà occasione per riflettere sulla distinzione tra gioco sano e dipendenza patologica, spesso legata a circuiti criminali e meccanismi di esclusione sociale.
Il ciclo di iniziative regionali si concluderà il 14 giugno a Terni, con la realizzazione itinerante di un arazzo simbolico per promuovere la proposta di legge “Libere di scegliere”. Il progetto, che punta ad allontanare donne e bambini da contesti familiari mafiosi, troverà nella città umbra uno dei suoi momenti più significativi. Il tessuto dell’arazzo sarà composto da messaggi di solidarietà scritti dai partecipanti e sarà successivamente esposto nei centri antiviolenza della provincia.
L’iniziativa intende rafforzare il protocollo “Libere di essere”, già sottoscritto da Libera Umbria, Regione, Prefetture, Procure e centri antiviolenza locali. A Terni ha sede anche la Casa delle donne, mentre nei pressi di Amelia si trova il centro a cui è intitolato il CAV dedicato a Barbara Corvi, scomparsa nel 2009 in circostanze mai chiarite.
La piattaforma della campagna “Fame di verità e giustizia” si articola in richieste specifiche: migliorare l’efficacia delle norme sulla confisca e il riutilizzo dei beni mafiosi, tutelare le vittime innocenti delle mafie, inserire il diritto alla verità nella Costituzione, attuare politiche educative mirate nelle aree a maggiore disagio, regolamentare severamente il gioco d’azzardo, proteggere i testimoni di giustizia, riformare il sistema penitenziario con finalità rieducative, garantire la libertà di stampa, contrastare le querele temerarie e salvaguardare la magistratura e la democrazia rappresentativa da pressioni esterne.
La tappa di Bastia Umbra ha segnato l’avvio di un percorso che vuole riscrivere le priorità politiche e sociali nel contrasto alle mafie, partendo dai territori e da un coinvolgimento attivo dei cittadini. Con azioni simboliche e proposte strutturali, Libera punta a costruire una rete di resistenza civile che riporti al centro del dibattito pubblico temi spesso relegati ai margini, ma decisivi per la qualità della democrazia.
Il messaggio che attraversa tutta la campagna è semplice quanto determinante: senza un impegno corale e continuativo, le mafie continueranno a occupare gli spazi lasciati vuoti dalla politica e dalla società civile. La mobilitazione di Libera intende colmare proprio quei vuoti, facendo appello alla responsabilità di ciascuno e chiamando le istituzioni a decisioni concrete.
La lotta alle mafie non può essere solo una questione giudiziaria. È una sfida culturale, sociale ed economica. E proprio per questo, iniziative come “Fame di verità e giustizia” si propongono di unire la denuncia alla proposta, la memoria all’azione, la riflessione collettiva al cambiamento strutturale.
A Bastia Umbra, il messaggio è arrivato forte e chiaro. Le mafie non sono un problema lontano. E il silenzio, come dimostrato dalla partecipazione diffusa, non è più un’opzione accettabile.
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