
Pini Bastia, no, non ci siamo incatenati, ma siamo “scatenati” e non ci fermeremo!!!
Ormai è certo cadrà anche il pino del civico 90 per la cui salvaguardia ci siamo tanto battuti!!! Chiediamo scusa ai pini e ringraziamo della loro perdita “amministratori incoscienti ed insensibili che hanno consentito la distruzione di un piccolo ecosistema…” (cit.: Francesco Fratellini, riferito alla giunta a cui apparteneva, su Facebook in risposta ad una osservazione di Clotilde Ceccomori, 5 giugno 2025).
Noi chiediamo scusa ai pini anche a loro nome; gli avevamo promesso di salvarli, di salvarne il più possibile dall’abbattimento, le dinamiche programmate dell’intervento in Via Roma ci ha reso impossibile mantenere questa promessa. E sì che ci abbiamo provato in ogni modo, anche producendo una perizia (a nostre spese) alternativa a quella di progetto.
Ma tant’è, lo stato dei fatti ci mette al muro e per questo ringraziamo i dirigenti e i tecnici comunali che miopi di un disegno diverso hanno perseguito fino alla fine il progetto originale, legando, di fatto le mani alla “Politica” ed ignorando persino le indicazioni di leggi nazionali ed europee.
Per esempio: l’’ufficio tecnico comunale di Bastia Umbra, per l’abbattimento dei pini, non ha ottemperato all’art. 13 comma 4 della legge n°28 del 19/11/2001, il quale recita che “le autorizzazioni [all’abbattimento n.d.r.] […] sono rilasciate dall’ente competente per territorio previo sopralluogo che accerti l’impossibilità di soluzioni tecniche alternative e sono subordinate al reimpianto di esemplari appartenenti a specie indicate nel regolamento di attuazione, secondo modalità, tempi e quantità da individuare nell’atto di autorizzazione stesso”.
Solamente dopo la costituzione del Comitato dei Pini ci si è premurati di avere un parere da un agronono (Dott. Virgili), il progetto era stato già approvato, validato e in attesa dell’inizio lavori. E’ stato forse sottovalutato l’impatto ambientale dell’abbattimento dei pini?
Il progetto approvato è stato finanziato con il PNRR, non risulta che vi siano nelle verifiche ex-ante la valutazione per l’abbattimento dei pini, non sono stati quindi ottemperati i Criteri del DNSH, previsti nel Regolamento PNRR, che individua sei criteri per determinare come ogni attività economica contribuisca in modo sostanziale alla tutela dell’ecosistema, senza arrecare danno a nessuno degli obiettivi ambientali, le domande che vorremmo porre a loro sono:
1) per la mitigazione dei cambiamenti climatici. A cantiere finito l’abbattimento dei pini comporta una significativa emissione di gas serra (GHG)?
2) per l’adattamento dei cambiamenti climatici. A lavori conclusi non si ha un maggiore impatto negativo al clima attuale e futuro, sulle persone, sulla natura o sui beni?
Dalle relazioni degli agronomi in possesso dell’Amministrazione Comunale risulta evidente che i pini sono in classe C e che solamente dopo i lavori, che interessano le alberature ricadono in classe D e quindi pericolosi. Vengono abbattuti alberi, solamente perché non si è a conoscenza di modalità alternative dei lavori?
E la perizia del comitato sottoscritta da due periti che hanno classificato ben 12 pini in classe B di cui 6 quelli presenti in via Roma alcuni dei quali abbattuti nei giorni scorsi?
Il progetto non è stato oggetto di una variante forse per mancanza di fondi?
L’amministrazione comunale avrebbe potuto coprire le ulteriori spese, senza minimamente modificare l’appalto aumentando la sua quota parte di finanziamento già presente.
Quali sono gli impedimenti che non hanno permesso una variante per salvaguardare i pini?
Ormai è certo cadrà anche il pino del civico 90, e per questo sappiamo a chi dire grazie.
Eravamo certi di salvarli tutti, ne abbatteranno 8 in meno di quelli previsti dal progetto e questo è già un successo.
Eccola l’unica notizia positiva che rimane: la promessa del sindaco Pecci e della giunta di salvare dall’abbattimento gli otto pini rimasti in piedi (4 in Via Manzoni e 4 in Via Marsala) usando le tecniche alternative proposte dal comitato nella relazione dei tecnici da esso incaricati. Speriamo che almeno ciò accada, potrebbe aiutarci a tentere di salvare gli oltre 250 pini presenti ancora nel territorio comunale, ciò eviterà ai nostri concittadini di acquistare ulteriori condizionatori dell’aria grazie all’ombra delle loro chiome.
Moreno Bizzarri, portavoce del comitato “Salviamo i pini…”
sempre così. le responsabilità sono sempre degli altri. sempre le mani legate da qualcuno che non ci ha dato alternative. ora è facile. i pini verranno sostituiti? spero di sì. almeno mantenere quella promessa
andiamo bene!!! dopo le roboanti premesse pre/post campagna elettorale ad oggi il risultato odierno è ” la promessa del sindaco Pecci e della giunta di salvare dall’abbattimento gli otto pini rimasti in piedi”.
più che chiedere scusa ai pini e “ringraziare” gli artefici dell’abbattimento… dovevate scusarvi (in primis l’assessore Ansideri) con i firmatari della petizione!!!
Pentito di aver firmato.
togliete tutti i pini e piantare alberi autoctoni e che non hanno quelle pericolose radici.
togliete quelle orribili radici
per me i pini ve li potete mettere nel cassetto tutti quanti rompono solo i coglioni e rovinano le strade quindi salviamo la vita non il pino Adoro il verde ma ho subito un’alluvione quindi i verdi prima di parlare per rompere i coglioni andassero a pulire i fiumi potare i pini e tenere pulito tutto ciò che loro ritengono non toccabile dopo possono parlare liberamente. dal divano di casa è meglio stare zitti.
Un albero senza radici deve ancora essere inventato, a me non risulta ve ne sia neanche uno solo al mondo; Polemiche esagerate per la presenza di alberi che creano e ricreano l’ossigeno in particolare il Pino, Sempreverde, le cui radici tendono ad emergere in superficie, ma che attraverso un intervento di riposizionamento all’interno del manto nella cavità terrena, la soluzione esiste, appena illustrata, iniziativa promossa dal Comitato Salviamo i Pini ed ampiamente approvata e condivisa da gran parte della cittadinanza a Bastia, invece da un lato opposto, una parte di popolazione non riesce ancora ad entrare nella logica ambientale e del rispetto e l’amore del creato. Ciò che rattrista è la tendenza ad accettare compromessi, proprio perché esiste una parte della popolazione non ambientalista la quale ritiene che gli alberi non siano esseri viventi, che non provino sofferenza dal momento che subiscono il proprio abbattimento.