Morte Samuele De Paoli, avvocato Biscotti, l’indagine non ha chiarito

Morte Samuele De Paoli, avvocato Biscotti, l’indagine non ha chiarito

«In ordine alla morte di Samuele De Paoli gli avvocati dei familiari Valter Biscotti e Ilaria Pignattini acquisiti gli atti di indagine rimangono fermi ancora di più nelle loro convinzioni di rifiuto della richiesta di archiviazione proposta dalla Procura». E’ lo stesso Biscotti a inviare una nota in redazione (e noi lo abbiamo intervistato link video: A BREVE ) una nota stampa in relazione a quelle che potrebbero essere le novità sul decesso di Samuele De Paoli, 22enne di Bastia Umbra rinvenuto senza vita nelle prime ore del 21 aprile 2021 nella zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte al limite con il territorio di Santa Sabina.

L’indagine non ha affatto chiarito…

«Ci sono ancora molti punti oscuri – scrive l’avvocato – che l’indagine non ha affatto chiarito rimanendo la procura ferma alla credibilità dell’indagato (transessuale Patricia Close ndr) -. Noi siamo convinti che l’indagato mente e continua a mentire sulla ricostruzione dei fatti.
Ascoltando l’interrogatorio davanti al PM la nostra convinzione si è rafforzata. Ha ripetuto con tono di voce ferma e convinta – spiega il legale della famiglia di Samuele – per una ventina di volte che c’era un’altra persona per poi cambiare versione dopo 4 minuti di interruzione».

[su_panel background=”#f7eeee” color=”#000000″ border=”3px solid #e82020″ shadow=”1px 1px 11px #000401″ radius=”8″ text_align=”center”]Valter Biscotti sostiene che: “Nulla ci convince. La ricostruzione della Procura fa quasi apparire l’indagato come una povera vittima, mentre leggiamo più rapporti di polizia che descrivono una persona violenta arrogante e con più denunce a carico pendenti.”[/su_panel]

L’avvocato ricorda che la trans brasiliana ha precedenti

«Senza permesso di soggiorno – scrive – con più provvedimenti di fermo identificazione ed espulsione dal nostro paese (l’ultimo di fine febbraio 2022 poche settimane prima dei fatti)».

E puntualizza: «Questo naturalmente senza accusare nessuno delle forze dell’ordine e delle istituzioni che sul punto fanno un lavoro encomiabile.  E’ il sistema delle espulsioni che non funziona e chi delinque ed è senza permesso non può rimanere tranquillamente nelle nostre strade».

Ricorda la mamma di Samuele, Sonia

«Fa molto male a Mamma Sonia- conclude l’avvocato Biscotti – e a  tutta la sua famiglia  di Samuele, che non crede minimamente alla ricostruzione dell’indagato sposata in toto dalla Procura, leggere che tipo di persona è l’indagato e continuare a vederlo ogni sera per strada a prostituirsi con l’ipotesi che tutto potrebbe risolversi con una multa».

2 Commenti

  1. Nei telegiornali sentiamo spesso parlare di “tentato omicidio”.
    Quando si parla di tentato omicidio s’intende il caso in cui non si produce la morte della vittima, ma l’aggressore aveva l’intenzione non equivoca di ucciderla.

    Questo reato è disciplinato dagli articoli 56 (“Delitto tentato”) e 575 (“Omicidio”) del Codice penale:

    “Chi compie atti idonei, diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, risponde di delitto tentato, se l’azione non si compie o l’evento non si verifica”, primo comma, articolo 56 c.p.

    Essenzialmente, nel caso del delitto tentato, il colpevole non è riuscito a portare a termine il reato per motivi indipendenti dalla sua volontà.

    Questo tipo di delitto si basa, dunque, su due pilastri:
    L’idoneità è il requisito secondo cui il reo ha messo in atto un comportamento che avrebbe potuto portare a termine il reato.

    Questo requisito viene studiato dal giudice del tribunale che dovrà valutare, caso per caso, l’azione messa in pratica dall’imputato.

    Il secondo requisito è quello della “non equivocità”, ossia che l’azione deve mostrare in maniera non equivoca che il presunto colpevole avesse l’intenzione di compiere il delitto.

  2. La triste e tragica scomparsa legata alla scomparsa di Samuele de Paoli è a mio parere una vicenda che oltrepassa il reato di ‘tentato omicidio’, ipotesi valida che ben supererebbe l’analisi posta dalla sentenza della Procura della Repubblica di Perugia, in cui viene ipotizzata una semplice causa di Omissione di Soccorso da parte della difesa nei riguardi dell’imputato.
    A mio personale parere la triste e dolorosa vicenda cela riscontri più vicini addirittura ad Omicidio Prerintenzionale più che Delitto tentato (Art. 56).

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