
Morte Samuele De Paoli, emerge testimonianza autista, spunta terza persona
Un anno fa il 22enne Samuele De Paoli fu trovato senza vita in un campo nella zona di Sant’Andrea delle Fratte, a Perugia. In quel posto di campagna si era appartato con una trans per consumare un rapporto sessuale, ma Samuele però morì.
Le indagini parlano di una lite: il ventiduenne che aggredisce la trans e lei reagisce con la pressione del pollice sul collo del ragazzo, all’altezza della carotide. Il riflesso vagale e, forse, un po’ di droga avrebbero fatto il resto. Il pubblico ministero, Giuseppe Petrazzini, ha indagato la trans per omicidio preterintenzionale.
La madre di Samuele (assistita dagli avvocati Valter Biscotti e Ilaria Pignattini) è in attesa di conoscere il nome dell’assassino del figlio. Aspetta e ogni giorno che passa diventa sempre più doloroso. Piange il figlio che non ha più. Le versioni della trans non convincono, sono contrastanti” – dicono i legali.
Tra un mese scade il termine prorogato delle indagini. L’avvocato Francesco Gatti che difende la trans spiega: “Sono convinto che, allo stato dei fatti, non possa essere giustificata un’azione penale per omicidio preterintenzionale. A mio parere invece risulta chiaramente un’azione difensiva di Patrizia”.
Si parla di una terza persona. Nella memoria depositata dagli avvocati della famiglia emerge la testimonianza dell’autista – sentito come testimone – della trans indagata. “Mi diceva di essere stata avvicinata da un cliente – è lo stralcio dell’interrogatorio dell’autista citato nella memoria – dopo aver concordato il prezzo mi diceva che si erano appartati, quando si è sentita prendere al collo da una seconda persona che era nascosta nella parte posteriore della vettura per fargli una rapina”.
La trans ha poi sostenuto di essere solo con Samuele e di averlo preso al collo per difendersi da un’aggressione. E di averlo lasciato a terra ancora vivo.
L’avvocato Gatti replica dicendo: “Per quanto riguarda la presenza di un’altra persona.
La difesa della famiglia della giovane vittima, sostiene il fatto che purtroppo, momentaneamente l’indagine adibita alla Procura della Repubblica di Perugia non abbia chiarito a sufficienza il tragico evento che ha sottratto la vita ad un giovane appena ventidueenne, al quale è stata inferta una manovra letale da occlusione della carotide, in seguito ad una colluttazione scatenata fra quest’ultimo ed il transessuale Patricia, il quale ha usato come pretesto, la presenza di una terza persona all’interno dell’autovettura, successivamente smentita, con cui Samuele si è recato presso il luogo in cui gli è stato riservato un tragico destino.
Tutto ciò non dovrebbe venire trascurato, ma necessariamente posto in rilevanza come attenuante da parte dell’imputato dietro cui ottemperare la furia disumana che a causa di una lite provocata da una circostanza avvenuta in misura sconosciuta e deviante nei confronti del giovane, basata su sensazioni nuove da provare, ma che purtroppo ha creato totale destabilizzazione e disaccordo successivo tale da cercare di difendersi in prima persona, ha permesso che ciò avvenisse in modo deliberato e senza scrupoli a suo scapito, con un tragico riscontro finale, la rivalsa che l’imputato avrebbe ottenuto nel lasciare Samuele agonizzante senza la possibilità ormai di difendersi e totalmente senza soccorsi tempestivi che avrebbero potuto salvargli la vita.
In che modo inoltre un giovane ragazzo appena ventidueenne non in possesso di armi di alcun tipo, nè arnesi di qualunque genere, avrebbe potuto provocare le varie ecchimosi riportate dal pregiudicato a poche ore di distanza dall’accaduto? Scontato ritenere che anche in codesto caso sia stato fatto riferimento a terze parti, da parte dell’imputato, nei confronti della vittima inerme ed a cui la manovra di occlusione al collo all’altezza della carotide è stata provocata con intenzioni tali da renderlo incapace ulteriormente di difendersi dall’aggressione, che seppur possa anche solo per assurdo essere stata originata da un meccanismo di difesa da parte della vittima, di certo è stata alimentata da una furia disumana, che avrebbe reso inerme la vittima su cui la forza fisica imponente ha prevalso in tutto e per tutto senza scrupoli e con la certezza di riuscirvi.
Mi perdoni, ma lei chi è? Io non la conosco, si può presentare?
Il direttore
Egregio direttore Massimo Migliosi, mi chiamo Valentina Mancinelli. Vivo a Bastia Umbra (PG).
Grazie per la cortese attenzione
Egregio direttore Marcello Migliosi, mi chiamo Valentina Mancinelli, vivo a a Bastia Umbra (PG).
Grazie per l’attenzione.
Buona giornata