
Cinema Esperia di Bastia Umbra, in programmazione Fast and Furious 8 e I puffi
Prosegue sul grande schermo di Bastia l’ultimo capitolo della saga di azione più famosa e di successo del mondo: Fast and Furious 8. La famiglia Toretto ed il suo capostipite Dom (Vin Diesel) saranno messi a dura prova dalla nuova cattiva di turno, una splendida Charlize Theron che dovrà fare i conti con l’ira della famiglia. Thrilling, suspence e azione sempre ad altissima velocità.
Da sabato a martedì un ponte festivo dedicato a I puffi – Viaggio nella foresta segreta. La nuova avventura del popolo dei simpatici ometti blu che questa volta seguono Puffetta nel suo viaggio fuori dal loro villaggio. Divertimento assicurato per grandi e piccini.
Questa settimana il giorno di chiusura è mercoledì 26
La storia di Puffetta che va alla ricerca di una foresta incantata
Grosso guaio nella terra dei puffi: Puffetta sta attraversando una crisi di identità, arrivando a porsi la domanda cruciale su cosa sia, di fatto, una puffetta, perché è l’unica femmina in un villaggio di soli maschi, ed è stata creata dal perfido Gargamella come creatura malvagia (anche se poi il Grande Puffo l’ha trasformata nell’adorabile biondina che tutti conosciamo). Mentre Gargamella con il suo pentolone produce bloccasfere per catturare i puffi, rubare loro l’energia e diventare il mago più potente del mondo, Puffetta si imbatte in un suo simile che non appartiene al villaggio capitanato dal Grande Puffo, e che sostava proprio a ridosso di quel muro che separa le terre conosciute dai puffi dalla foresta loro proibita. Incautamente Puffetta svela quindi a Gargamella l’esistenza di un altro villaggio di puffi che potrebbe diventare per lui una fonte di energia ancora più appetibile, e il senso di colpa che prova per essersi lasciata sfuggire quell’informazione dà inizio al suo lungo viaggio per avvisare il villaggio sconosciuto della minaccia incombente, con un po’ di aiuto da parte dei suoi amici.
La prima novità è che questo episodio delle avventure degli strani ometti blu è tutto virato al femminile, non solo perché l’eroina è la bionda Puffetta, anche se fiancheggiata da Forzuto (che si candida come suo prossimo fidanzato), Tontolone e Quattrocchi, ma anche perché il secondo villaggio dei puffi è una società muliebre guidata da Mirtilla, in pratica la versione femminile del Grande Puffo.
L’altra novità è la velocità delle riprese, che nelle sequenze in cui il “team puffi” (come Forzuto chiama il quartetto in cerca dell’altro villaggio) fuggono attraverso una coloratissima (e pericolosissima) foresta, lungo fiumi rigonfi o ponti sospesi, è davvero mozzafiato: una scivolata in skateboard dà l’avvio alle danze e da quel momento l’azione sarà a rotta di collo. Ma a conquistare i più piccoli per cui I puffi – Viaggio nella foresta segreta è inteso saranno soprattutto l’ironia goffa e accessibile degli ometti blu e l’insicurezza della protagonista, che teme di non essere “un vero puffo” e, come il brutto anatroccolo, trova invece un’intera popolazione nella quale finalmente identificarsi.
La combattiva vegetazione della foresta, la coccinella che fa i selfie, gli insetti sputafuoco, i brilla bunny creano un mondo magico al di là del muro che ha sempre trattenuto i puffi entro i confini rassicuranti (ma anche limitanti) del loro villaggio. E Gargamella si conferma cattivo da operetta, persino agli occhi del ben più smaliziato gatto Birba. Ai piccolini l’avventura del “team puffi” piacerà, ai loro genitori forse scapperà qualche sbadiglio.
Fast and Furious 8
Film di corse è una definizione che va un po’ stretta alla saga di Fast & Furious. Nonostante le macchine siano sempre presenti e tutto, anche ciò che sarebbe più comodo fare a piedi, viene effettuato seduti al volante, la saga non è più un poliziesco ambientato nel mondo delle corse illegali, ma ha ingrandito la sua dimensione fino a giocare in un campionato tutto suo.
Tre film senza un filo conduttore vero e poi, dal quarto in poi, una struttura più riconoscibile e una pianificazione più accurata, Fast & Furious ha preso forma come saga mentre il cinema stava cambiando e si è adeguato in corsa. È partito con dei sequel classici per allargarsi e diventare franchise, cioè un piccolo universo in cui le avventure dei personaggi sono costanti per tono, look e ritmo, a prescindere dal regista. Come una serie televisiva dal costo astronomico.
Eppure, nonostante la loro sovrapresenza, sempre di meno sono le macchine a contare, sempre più sono un elemento decorativo utile a “riconoscere” la serie fin da subito. La filosofia del pilota d’auto fuorilegge diventa quella del grande criminale internazionale, con un rapporto ambivalente nei confronti della legge, che di capitolo in capitolo ha finito per diventare altrettanto “potente”, muscolosa ed esagerata quanto i criminali con l’aggiunta di Dwayne Johnson.
E come in una festa ben riuscita a cui tutti desiderano partecipare, la saga ha cominciato ad attirare sempre più attori, aggiungendo in ogni capitolo un nuovo volto tra i villain (pronto ad uscire dalla finestra alla fine del capitolo e rientrare dalla porta dalla parte dei buoni), creando un concetto meta-cinematografico di famiglia.
La “familia” di Dominic Toretto, è una famiglia allargata che comprende i sodali e gli alleati, gli amici e i nemici che diventano amici. Tutti quelli che lavorano con Dominic diventano familia, entrano nel clan, partecipano ai barbecue di fine film e hanno assicurata la protezione nel film successivo. Tra Quei bravi ragazzi e La casa nella prateria, la familia è un concetto che si allarga fino a diventare extrafilmico, come ha dimostrato la morte di Paul Walker. Membro della serie fin dal primo capitolo, aveva legato il suo nome indissolubilmente al franchise e la sua dipartita è stata piantata non solo nel mondo reale ma anche in quello di finzione, con un finale in computer grafica dell’ultimo film, che suggerisce l’ascesa al cielo in auto (da corsa) bianca.
La familia è il mondo produttivo di Fast & Furious, che diventa mondo di finzione, oltre il concetto di famiglia allargata come lo conosciamo nel mondo reale, e finendo per comprendere un cast di star che aderiscono a partecipare ad un film e aderire ad un ampio progetto.
Non è un caso che per il nuovo capitolo, dal cui trailer si evince che Dominic Toretto, il capofamilia, ha tradito tutti alleandosi con una terrorista informatica (Charlize Theron, la nuova aggiunta di peso), ad essere in pericolo non sono tanto le vite dei singoli quanto l’unità della familia. Il voltafaccia inspiegabile lascia tutti sgomenti e come in un melò, o meglio come in una soap opera classica, suggerisce che ci sia qualcosa di più grande dietro, che Toretto sia costretto o abbia un piano più grande che non possa rivelare. Ricatti, piani segreti orditi alle spalle di tutti, trame e sotterfugi, è il melodramma “familiare”. Fast & Furious 8 poi, promette di giocare molto anche con i sentimenti più esagerati e debordanti, in piena continuità con l’ascesa iperbolica degli ultimi anni che sembra avergli assicurato un posto d’onore nei botteghini asiatici.
Hollywood ha capito che se vuole conquistare i cuori di tutto il mondo (non solo quello occidentale) deve lavorare ad un livello più basso e istintivo, mettere in scena una società leggermente meno evoluta quanto a parità dei sessi (Jurassic World è emblematico), personaggi definiti con maggiore chiarezza (ogni membro della familia ha una funzione specifica) e interazioni sentimentalmente grossolane e espressioniste. Questo va accoppiato ad un livello di spettacolo superiore a quello cui il cinema americano ci aveva abituato e più vicino agli standard del cinema di Hong Kong e (ora) cinese. Auto che trascinano casseforti in giro per Rio, auto che sfondano la finestra di un grattacielo ed entrano nel palazzo adiacente, auto che fuggono da un aereo che esplode e auto che (nel nuovo film) scappano sul ghiaccio dall’emergere di un sottomarino che le insegue. Tutto fatto realmente nei limiti dell’umano, con quanta meno computer grafica è possibile.
Esplosioni esagerate affiancate ad urla, pianti, tradimenti, svelamenti e clamorosi ritorni dalla morte, tutto il repertorio più naif che il cinema occidentale sembrava essersi lasciato alle spalle torna prepotente per compiacere il pubblico mondiale. Così, dopo il ritorno di Michelle Rodriguez, i problemi di memoria cancellata e poi recuperata e le morti clamorose, adesso tocca al voltafaccia del più integerrimo dei membri della familia.
La sicurezza più incrollabile sembra aver mollato tutti e il volto della legge, Dwayne Johnson, è finito in galera, proprio lui (ma lì incontrerà un vecchio villain pronto a passare dalla parte dei buoni).
Si capisce così solo ora l’ennesima fuoriuscita metacinematografica della serie, ovvero la finta guerra di dichiarazioni tra Vin Diesel e Dwayne Johnson esplosa qualche mese fa. Il primo aveva dato del “rammollito” al secondo (un insulto che è tale solo nel mondo di Fast & Furious), facendo partire una faida di pubbliche relazioni che ora (se proprio ce n’era bisogno) assume un senso maggiore e sarà concluso da un duello su un ring da wrestling, trionfo del vero che si fa falso, luogo in cui candidati alla presidenza e attori, dimostrano la loro vera potenza, in una rissa finta.
Perché la familia e i suoi sentimenti nell’idea di Fast & Furious non si fermano nel film ma vogliono dare l’illusione di essere una rappresentazione spettacolare di quello che esiste davvero
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