Sentenza per omicidio De Paoli, decisione attesa il 22 gennaio

Omicidio De Paoli, famiglia chiede un milione e mezzo di euro a trans

Sentenza per omicidio De Paoli, decisione attesa il 22 gennaio

Il 22 gennaio è prevista la discussione finale e la lettura della sentenza d’appello nel processo per la morte di Samuele De Paoli, il giovane di 21 anni ritrovato senza vita all’alba del 28 aprile 2021 a Sant’Andrea delle Fratte, nei pressi di Perugia. L’imputata, la transessuale brasiliana Hudson Pinheiro Reis Duarte, conosciuta come “Patrizia”, è accusata di omicidio preterintenzionale.

Durante udienza dell’ottobre scorso il procuratore generale Sergio Sottani ha chiesto una condanna a sei anni di carcere, sostenendo che l’assoluzione in primo grado debba essere riformata. Secondo l’accusa, l’imputata avrebbe agito in modo eccessivo durante una colluttazione, causando involontariamente la morte del giovane.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Gatti, ha ribadito che l’azione di Patrizia fu esclusivamente difensiva e non intenzionale. Gatti ha sottolineato come il consumo di cocaina da parte di De Paoli sia stato un fattore determinante nel tragico esito della vicenda. “Siamo certi che non ci sia spazio per riformare la sentenza emessa dal tribunale di Perugia. Rimaniamo sereni in attesa della discussione”, ha dichiarato il legale. La difesa ha quindi sollecitato l’assoluzione della transessuale, in quanto «il fatto non costituisce reato» rimarcando il suo rammarico per la morte di un ragazzo, Samuele, nel fiore della giovinezza.

La ricostruzione dei fatti

Secondo la procura, la notte del 28 aprile 2021, una colluttazione tra i due sarebbe degenerata. Invece di fuggire, “Patrizia” avrebbe agito strangolando il giovane, non con l’intenzione di ucciderlo, ma causando comunque un evento prevedibile. Le conclusioni scientifiche presentate nel ricorso parlano di contraddizioni nelle perizie disposte durante il processo di primo grado, che aveva assolto l’imputata.

La difesa sostiene invece che non ci siano elementi concreti per incriminare l’imputata. La morte di De Paoli, secondo i periti della difesa, sarebbe stata il risultato di una serie di fattori indipendenti dall’azione dell’imputata, che si sarebbe limitata a difendersi.

L’istruttoria e i nuovi esami

La corte d’appello ha aperto l’istruttoria e il 27 novembre scorso ha sentito i quattro medici legali. Si tratta dei consulenti del pubblico ministero, Mauro Bacci e Sergio Scalise Pantuso, e dei periti nominati dal tribunale, Vittorio Fineschi e Aniello Maiese.

Le dichiarazioni delle parti

Da una parte, la procura generale sostiene che l’assoluzione di primo grado si basi su elementi incoerenti e privi di fondamento scientifico. Dall’altra, la difesa continua a evidenziare come tutte le perizie tecniche scagionino l’imputata. “La morte di Samuele è stata una tragica coincidenza di eventi. Patrizia non ha alcuna responsabilità diretta”, ha ribadito l’avvocato Gatti.

Il caso continua a dividere l’opinione pubblica, con le famiglie coinvolte che attendono una conclusione definitiva per una vicenda che ha profondamente segnato la comunità di Perugia.

I familiari del giovane si erano costituti parte civile tramite l’avvocato Marilena Mecchi, chiedendo di riaprire le indagini per valutare nuovi elementi e indizi come tracce di altri dna, quindi di altre persone, ribadendo la presenza di complici nel depistaggio o cancellazione di lacune tracce.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*