25 aprile a Bastia Umbra, Sindaco Ansideri: “La memoria è un dovere morale”

di Morena Zingales
BASTIA UMBRA – Celebrato a Bastia Umbra il 70esimo anniversario dalla liberazione. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Ansideri ha percorso, come ogni anno, le tappe ricordando i caduti che persero la vita per dei valori che ognuno di noi oggi dà ormai per scontati. E così il primo cittadino accompagnato dagli assessori Catia degli Esposti, Claudia Lucia, Francesco Fratellini, Roberto Roscini e dai consiglieri Franco Possati, Gabriella Bonciarelli, Ramona Furiani, Gianluca Ridolfi, Simona Carosati e Pasquale Lino Borgarelli fra Costano a Ospedalicchio, passando per via Roma a Bastia, fino ad arrivare davanti alla sede municipale in centro e poi in piazza Mazzini davanti la chiesa di Santa Croce.

Con loro le scuole, le Associazioni d’Arma combattentistiche, l’Associazione Nazionale dei carabinieri, l’Associazione ex combattenti e reduci, l’Associazione dei mutilati ed invalidi di guerra, l’Associazione Ex internati militari dei campi di concentramento, la banda musicale della città di Bastia Umbra e un gruppo cittadini.

Dopo l’omaggio al monumento di Colomba Antonietti, davanti alla sede municipale, il corteo si è diretto in piazza Mazzini per rendere omaggio alla Lapide ai Caduti.

Il primo cittadino nel suo discorso ha prima salutato tutti i presenti: “Il 25 aprile è un momento che favorisce riflessioni e considerazioni per rafforzare una conoscenza più chiara dei fenomeni storici, politici, sociali connessi a un passaggio che ha segnato tutta la storia repubblicana”.

“La lotta per la liberazione ha assunto un valore sul quale la politica italiana ha costruito alcuni capisaldi del proprio agire e su cui la democrazia ha posto le sue basi. Essi sono il rifiuto del totalitarismo, l’accettazione della democrazia come istituzione che comprende tutela e valorizza cittadini e ruoli sociali. La salvaguardia del diritto, la ricerca degli obiettivi personali e collettivi nell’uguaglianza delle opportunità e la tutela dei diritti privati e di cittadinanza”. Ha detto il sindaco.

Il 25 aprile è un giorno che non si deve dimenticare: ” E’ un momento per ricordare quanti non ci sono più, quanti hanno dato la loro vita per il bene supremo, per la libertà e per la dignità della vita umana. Siamo tutti invitati a riflettere sul significato del 25 aprile 1945. Una data lontana nel tempo, ma più che mai vicina alla coscienza dei cittadini che non vogliono e che non possono rinunciare a difendere i valori che si sono fermati con la vittoria della resistenza, la libertà, la giustizia, la speranza e l’impegno della costruzione della convivenza civile e pacifica tra i cittadini e tra i popoli”.

Il primo cittadino ha poi posto una domanda, ma quale deve essere oggi il significato di resistenza? “Resistenza oggi significa resistere ai soprusi alle prevaricazioni, le prepotenze contro la volontà di difendere gli interessi personali rispetto a quelli di tutti contro ogni forma di razzismo e contro la volontà di chiudere le porte in faccia a chi venga da ogni angolo del mondo e che ha un altro colore della pelle. Per l’osservazione di questi principi libertà, giustizia e democrazia, tanti hanno lottato duramente pagando un prezzo altissimo di sofferenze e di lutti”.

La Resistenza fu un fenomeno che abbracciò tutta la Nazione. Diverse furono le Resistenze ha aggiunto Ansideri, “ci fu quella dei Partigiani, quella dei militari e quella del popolo, quindi è importante che il 25 aprile sia celebrato, in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo ricordando l’una e l’altra delle componenti della Resistenza. La memoria degli avvenimenti del 43/45 ripropone alla nostra riflessione un fondamentale e ricorrente insegnamento che oggi come non mai ci appare attuale e ineludibile. Ciò è tanto più vero e rilevante nel mondo odierno, sempre più connesso e interdipendente. Il ripudio della guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli è come un mezzo di risoluzione delle controversie internazionali sancito dall’articolo 11 della Costituzione dà un contributo alla sicurezza e allo sviluppo della comunità internazionale”.

Toccando l’argomento attuale dell’economia e della crisi finanziaria ed economica, Ansideri ha spiegato che “questo accentua e rende più pressante l’esigenza di costruire un nuovo e più efficace sistema di governance globale che abbia una delle sue componenti fondamentali proprio nel consolidamento nella garanzia e nella sicurezza internazionale”.

Ognuno di noi ha anche un altro compito, ancora più importante perché non semplice e cioè spiegare a più giovani perché i valori della Resistenza sono ancoraggio, il motore ed il sale della democrazia. “Spiegare i valori e le speranze – ha ribadito il sindaco – significa istituire senso alla resistenza, dando concretezza ai principi di libertà e democrazia che ne costituiscono il nucleo più vitale. Solo ascoltando il racconto dei più anziani si capisce cosa sono state la dittatura, la guerra e la privazione della libertà. Solo dai loro racconti i più giovani possono capire cosa sono e quanto valgono la democrazia, la pace e la prosperità. Ma se non riusciamo a stabilire questo ponte tra le nuove generazioni corriamo il rischio che queste parole perdano sempre più valore e significato. La memoria è un dovere morale ma in questo momento politico e in questa nostra società diventa strumento culturale. La consapevolezza dei grandi accadimenti del passato, la conoscenza del loro contenuti e dei loro limiti, sono il fondamento della società che consente di correggere gli errori ed evitare che essi possano ripetersi. Una società moderna deve avere come fondamento il rispetto delle diversità e il riconoscimento dei loro valori e le possibilità di una più generale promozione sociale”.

Il 25 aprile è l’anniversario e il compleanno della liberazione e della democrazia. “Facciamo in modo che questo giorno rimanga in tutto il suo significato, nei suoi contenuti, momento essenziale per un ulteriore sviluppo civile e sociale della nostra comunità per contribuire a un’Italia e a un’Europa unita, civile giusta e democratica al superamento delle ingiustizie vecchie e nuove. Il 25 aprile del 1945 fu un’ondata inesistibile di gioia in tutto il paese. Abbiamo ricordato quel giorno come il giorno della liberazione ed è giusto, ma per tutti sarà sempre di pace e di riconciliazione. Quella pace che per molti oggi e nelle terre martoriate da cui provengono molte delle persone che chiedono rifugio nel nostro paese è solo un miraggio”.

Infine il sindaco ha terminato il suo discorso sottolineando che “Un grande Paese ha solo cittadini liberi e un Paese è grande quando conserva la sua memoria, quando difende la propria identità e quando costruisce con l’aiuto di tutti il proprio e grande progetto”.

Foto Bastia Umbra

Foto Ospedalicchio

Foto Costano

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*