Agriumbria chiude battendo il record del 2015. La 48° edizione di Agriumbria, appena conclusasi, anche quest’anno ha fatto registrare oltre 80.000 presenze. Di più: ha battuto il record dell’edizione del 2015. Quest’anno si sono festeggiati i 25 anni del gemellaggio tra Bastia Umbra e Sant Saturnì D’Annoia, presente con uno stand. Agriumbria, numero uno del centro Italia con i suoi 70.000 metri quadrati d’esposizione, è senza dubbio una vetrina importante non solo come mostra delle innovazioni del reparto agricolo e zootecnico, ma anche per i momenti di discussone in ambito agro alimentare. Presso il centro congressi di Umbriafiere infatti si sono affrontati temi riguardanti la salubrità degli allevamenti e parlato del valore nutraceutico delle carni rosse, cioè del loro valore nutrizionale e delle proprietà medicamentose in esse contenute; tema attuale soprattutto dopo il recente allarme dato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sul consumo eccessivo di questo alimento. La discussione riporta l’ago della bilancia in posizione neutra, in considerazione che i dati e gli studi effettuati non si sono basati sulla Dieta Mediterranea e soprattutto sul dato che le tipologie di alimentazione zootecnica prese in esame non sono praticate nei nostri allevamenti. Piuttosto che non mangiare carne rossa dovremmo preoccuparci maggiormente di capire quale sia la provenienza di quello che mangiamo. La presenza ad Agriumbria del Consorzio di Tutela IGP “Vitellone bianco dell’Appennino Centrale” consente di riaffermare l’elevato livello degli standard qualitativi garantiti da razze come la Chianina, la Marchigiana e la Romagnola.
Roberta Bistocchi
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