
da Francesco Fratellini,
Assessore Assetto del Territorio e Ambiente Comune di Bastia Umbra
Burocrazia feroce, quando la semplificazione ti complica la vita Bloccati anche i Piani Attuativi già approvati in via definitiva ma non pubblicati al BUR? E’ scritto in una nota del “Servizio Urbanistica della Regione Umbria”. Sembra una pazzia, un pesantissimo aggravio del procedimento che danneggia gravemente l’economia generale. Tutti i piani dovrebbero ricominciare dall’inizio l’iter procedurale. Per risolvere e non allungare inutilmente i tempi, potrebbe bastare una semplice “ratifica”, da parte dei Consigli Comunali, del parere della Regione se positivo e senza prescrizioni.
Sembra strano, ma è così. La legge Regionale 1-2015 e il conseguente regolamento 2/2015, con lo scopo di semplificare, aveva posto in capo ai Comuni alcune competenze e rilascio di pareri per il governo del territorio. Appena varata, la legge ha dato, bene o male, le risposte che il legislatore regionale si attendeva. La normativa era stata a suo tempo impugnata in alcune parti dal Governo presso la Corte Costituzionale che si è pronunciata con sentenza pubblicata l’11 Aprile 2018,dichiarando l’illegittimità di alcune parti delle norme e riportando alcune competenza in capo alla Regione come ad esempio “il parere di compatibilità con le condizioni geomorfologiche del territorio interessato dai Piani Attuativi”.
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Semplice… no? Anche se il parere che va richiesto alla Regione arriva positivo senza prescrizioni, un piano già approvato dal consiglio Comunale, ma non pubblicato al BUR deve rifare l’intero iter ripartendo dall’adozione.
Un aggravio del procedimento molto pesante che penalizza gravemente tutti e allunga notevolmente i tempi di attuazione di tutti i piani in corso, anche di quelli approvati. In pratica bisogna riportare in Consiglio Comunale atti identici, dove non cambia neanche una virgola e ripercorrere tutto l’iter: Adozione in Consiglio, pubblicazione, esame osservazioni (anche quelle già esaminate?), Approvazione definitiva e finalmente pubblicazione al BUR ed efficacia dell’atto.
In pratica una legge che doveva semplificare le cose, al momento, le complica pesantemente costringendo le Amministrazioni Comunali a rifare iter già praticamente conclusi, con grave danno per il fatto di dover rifare cose già fatte e con forti ritardi che danneggeranno l’economia locale.
La Burocrazia ci sta strangolando e l’inerzia della politica affiancata dai timori di qualche funzionario produce dei danni gravissimi. A mio avviso, se il parere della Regione venisse reso positivo e senza prescrizioni, bisognerebbe trovare il modo di riportare in Consiglio Comunale una semplice “ratifica” del parere e andare avanti.
Sia chiaro che senza voler affermare che i Comuni sono dei “velocisti” nell’iter della pratiche, questa volta ci tiriamo fuori dalle questioni che come nel gioco “dell’oca”, riportano anche i Piani Attuativi già approvati o in approvazione nella casella “TORNA ALL’INIZIO”.
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