
Spiffero, al “Borgo antico” arrivano i Signorotti dell’Impero…
Spiffero – Se non è duello poco ci manca. Per tutto Borgo Antico continuano le schermaglie tra le Fazioni e i rispettivi dissidenti per far valere le proprie idee per la successione al trono.
Ma ora il popolo deve fare i conti non più soltanto con la Regina, ma anche con certi Signori, rappresentanti di tre Fazioni di mano dritta. Questi stranieri scendono a valle o, per meglio dire, nel contado, a spade sguainate per incontrare i militi gregari che, proprio perché non sono nobili, facilmente obbediscono agli ordini dei Signori senza tenere conto della volontà dei Sudditi. Quei sudditi che alle ultime consultazioni dell’Impero hanno scelto in massa l’Imperatrice, ma non certo i suoi villici rappresentanti locali.
Ora, nel Regno, le Corporazioni delle Arti, del Commercio, della Produzione e delle Associazioni hanno compreso che, per quanto la Gran Sovrana combatta per il progresso dell’Impero, i Signorotti della sua fazione combattono per il progresso proprio. Quello di avere nel contado brigate personali ad essi fedeli per le prossime contese elettorali. E a nulla valgono gli incontri in singolar tenzone con siffatti forestieri: “la Regina non si tocca!”, anche se i risultati di buon governo non ci sono.
Ai potenti delle grandi Fazioni sfugge che le medaglie d’oro conferite ai loro gregari sono diventate di latta e il popolo lo sa. Ecco perché nel Regno le tessere di quel grande mosaico che è la Prima Fazione sono poche ed i suoi Capibastone in crisi di consenso, soprattutto all’interno dello stesso battaglione.
I rappresentanti delle Arti e dei Mestieri danno segni chiari, e non solo di fumo. Il Popolo mormora e si organizza. Le gesta dei Signori sembrano premiare l’imperizia e l’inettitudine, forse a tutto vantaggio delle loro competizioni a cui sono sufficienti cavalieri stolti pronti a sacrificarsi per loro anche se perderanno la battaglia morendo in combattimento.
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La morale di questa favola è che i vertici dei partiti vedono le cose dall’alto e, pur prendendo atto dell’umore degli elettori, non tengono conto dei segnali chiari che arrivano dal tessuto produttivo locale e da molti loro elettori, preferendo fare accordi di vertice più funzionali alla coalizione ed alla poltrona su cui sedere che ai territori a cui pretendono di imporre le loro decisioni.
Intanto un primo candidato sindaco a Bastia è già in campo e rappresenta un fragoroso campanello d’allarme per il risultato delle prossime elezioni regionali.
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