La ex Villa come centro di accoglienza, c’è allarme la tra gente

Movimento 5 Stelle critica l'ex vicesindaco Fratellini

La ex Villa come centro di accoglienza, c’è allarme la tra gente

La ex Villa – “Ho sentito bellissime parole, la parola più importante accoglienza. Una parola bella, importante, però dopo nascono tanti dubbi sull’accoglienza. Purtroppo, siamo abituati a vedere i telegiornali e quello che succede nelle grandi città. Accoglienza non significa solo dare un tetto a queste persone che vengono nella nostra città, accoglienza significa poi farli integrare, dargli la possibilità di avere un lavoro e di mantenersi”. A dichiarare questo, durante il consiglio comunale aperto del 14 marzo è stato Nicola Galeazzi della Lista civica per Bastia.
Il consiglio comunale aperto si è svolto alla presenza del Prefetto di Perugia, Armando Gradone, e di Silvia Rondoni, in rappresentanza dell’Associazione Arci Solidarietà, riguardante l’ex hotel la Villa di Bastiola.

“Bastia di accoglienza ne fa tanta, perché incontro giornalmente immigrati nella nostra città che si sono integrati. Vedo che qualcuno lavora, ho avuto anch’io delle persone in casa mia a lavorare e ho sempre avuto le braccia aperte però dopo nascono i dubbi” – continua Galeazzi.

L’esponente Lista civica per Bastia ha poi detto che “aprire questa porta significherà accogliere in continuazione e poi un’altra parola che non mi piaciuta è obbligo. Noi siamo obbligati ad accogliere le persone. Ma io dico se uno in in casa propria ha degli spazi e ha anche delle risorse che a volte non bastano per la propria famiglia come fa ad accogliere altre persone? Io credo che le perplessità dei cittadini siano giuste perché vediamo tutti i giorni quello che succede”.
Ed infine: “Bastia che è una piccola cittadina che negli anni ha accolto tanto è stata sempre disponibile. Oggi ci troviamo a dover piegare la testa. Aprire una porta, sì bellissime parole, arrivano donne, arrivano bambini ma, questo è l’inizio di una situazione che nel tempo porterà degrado aumenterà la delinquenza, perché non c’è niente da fare, purtroppo. L’immigrazione è la manovalanza della delinquenza. Non c’è lavoro non c’è spazio e quindi dove andremo a finire. Le perplessità ci sono e l’amministrazione deve rispondere alle persone che hanno queste paure e queste perplessità”.
Diversi sono stati gli interventi durante il consiglio aperto, tra questi possiamo ricordare quello di Franco Possati di Forza Italia che ha parlato delle caratteristiche tecniche della struttura e la sua origine a partire dai documenti esistenti. “Il complesso immobiliare hotel la Villa comprende l’albergo ristrutturando l’edificio residenziale risalente ai primi del 900 ed individuato dal PRG come emergenza storica architettonica e ambientale, il ristorante di nuova costruzione, il giardino e la piscina con relativi servizi. Ho esaminato tutta la documentazione relativa alle concessioni per la realizzazione dell’intero complesso.  Nel 1989  – spiega Possati – è stato inoltrato al comando provinciale dei vigili del fuoco di Perugia il progetto per l’attività di albergo da realizzare in Bastia Umbra località Bastiola. Il comando vigili del fuoco ha espresso parere favorevole alla realizzazione del progetto rispettando delle condizioni: primo dovrà essere osservata la circolare Ministero dell’Interno del 74 e sue successive modifiche e integrazioni; seconda condizione a lavori ultimati e prima delle entrata in esercizio la ditta interessata dovrà richiedere a questo comando la visita di controllo per l’accertamento dell’avvenuta esecuzione dei lavori stessi e per il rilascio del certificato di prevenzione incendi come previsto dalla legge del 1982 numero 577. Agli atti non risulta essere stato rilasciato questo certificato. Successivamente  – continua – il complesso immobiliare ha subito delle modifiche in difformità o in assenza della necessaria autorizzazione per cui è stata richiesta una concessione edilizia in sanatoria, cosiddetto condono. Nel 1996 a marzo il comune con nota protocollo del numero 5640 ha richiesto l’integrazione della pratica di condono per il rilascio della concessione in sanatoria agli atti non risulta essere stata prodotta la richiesta documentazione per cui la concessione in sanatoria non è stata rilasciata. Nel 2015 la Villa srl semplificata ha richiesto all’ufficio commercio di riprendere l’attività tra la documentazione allegata non compare il certificato prevenzione incendi presentata ai vigili del fuoco, perché i posti letto dichiarati sono inferiore a 25 mentre la capacità della struttura è almeno di 40 posti.  Se la capacità è meno di 25 non c’è bisogno del certificato prevenzione incendi ma quella struttura ha una capacità superiore, probabilmente anche più di 40 posti letto, quindi è necessario il certificato prevenzione incendi. L’attività poi dopo un anno appena si è interrotta probabilmente perché non erano in grado di produrre il certificato prevenzione incendi”.
Arrivando ad oggi: In data 8 marzo del 2024 – spiega Possati – con ordinanza numero 28 del settore pianificazione e gestione del territorio è stato ordinato la sospensione dei lavori in quanto privi di autorizzazione”
Il consigliere ha poi rivolto alcune domande. Tra queste: “Perché l’ordinanza di sospensione dei lavori non è stata notificata anche alle imprese che stanno seguendo i lavori e quando è venuto il trasferimento di proprietà alla Gestim Group srl e Estia srl. Nell’atto di trasferimento sono citati gli abusi edilizi e la richiesta di condono?”
Possati ha fatto queste domande perché “la Legge 47 del 1985 stabilisce che gli atti sono nulli e non possono essere stipulati se non siano citati estremi della concessione in sanatoria rilasciata ai sensi dell’articolo 13 della stessa legge. A che titolo l’Arci Solidarietà detiene l’immobile? Perché è stato demolito il collegamento in muratura funzionale al collegamento della cucina con la sala ristorante posta al piano terra dell’edificio albergo. In mancanza del quale potrebbero non essere rispettate le norme igieniche sanitarie in considerazione che l’attività ricettiva è inattiva da circa 8 anni che il Certificato Prevenzione Incendi non risulta essere stato rilasciato, che gli impianti sembrerebbero aggiornati e ampliati come specificato nell’ordinanza che stante l’inattività potrebbero non essere stati fatti gli aggiornamenti quinquennali è necessario un nuovo certificato di agibilità aggiornato alla nuova normativa?”
Il consigliere di Forza Italia poi fa un’osservazione all’intervento Prefetto quando fa la proporzione di soggetti immigrati nel territorio, in proporzione al numero di abitanti. “Io credo assolutamente – dice Possati – che non è corretto, perché deve essere fatta la proporzione sia al numero degli abitanti ma anche all’estensione del territorio riportando un esempio. Bastia ha una densità di 763 abitanti ogni ogni chilometro quadrato, Perugia ne ha 363, Foligno 212 e Fratta Todina 106. Io credo che sia importante perché se un territorio è densamente popolato certe strutture subiscono molto il peso di quelle strutture molto superiore, mentre distribuisce molto meno l’impatto su una estensione di territorio molto vasta. Su un territorio molto piccolo come Bastia che è solo 27 chilometri quadrati con una densità di popolazione di 763 abitanti ogni chilometro quadrati a confronto di Fratta Todina che ha 106 abitanti credo che la proporzione sia completamente diversa”.
Il Prefetto di Perugia intervenendo ha illustrato ai presenti gli impegni improcrastinabili che le Prefetture di tutta Italia sono tenuti ad assolvere ogni qual volta si richieda di accogliere profughi. Anche la Prefettura di Perugia ha il compito di provvedere in proporzione circa del 2% rispetto alla popolazione residente. Ha sottolineato altresì la difficoltà nel trovare nei Comuni della Provincia di Perugia, esclusi quelli terremotati, disponibilità di strutture pubbliche, proprietà comunali, messe a disposizione dai Comuni stessi. Ci sono due modalità per individuare le strutture di accoglienza: su disponibilità del Comune che individua le location idonee o tramite la Prefettura che si supporta di gestori dell’accoglienza che mettono a disposizione proprie strutture. Per Bastia Umbra, la designazione del centro accoglienza è avvenuta con bando al quale ha risposto Arci Solidarietà mettendo a disposizione l’ex Hotel La Villa, in quanto a suo tempo il Comune aveva fatto presente di non avere nel proprio territorio strutture idonee, problema già affrontato durante la pandemia.
L’ex assessore Francesco Fratellini, coordinatore di Bastia Popolare, nel suo intervento ha detto che è una questione storica e mondiale “dobbiamo capire che dovremo fare fronte a queste esigenze”. 
Fratellini ha spiegato che l’intervento del consigliere Possati ha anticipato alcune cose. “Io devo prendere atto che durante gli interventi che mi hanno preceduto sono emerse molte perplessità su questa iniziativa perplessità che nascono dai trascorsi della struttura sia dal punto di vista amministrativo autorizzativo sia dal punto di vista del suo utilizzo. E’ chiaro che questi immobili in passato sono stati utilizzati in maniera diciamo ridotta per non dover prendere il certificato di prevenzione incendi. Questa è la stessa cosa che è avvenuta alcuni anni fa al all’Olivera INN dove qualcuno aveva avuto l’idea di ripristinare la parte dismessa dell’albergo per accogliere i migranti ma anche lì non c’era il certificato di prevenzione incendi era necessario investire parecchi denari per poter prendere il certificato di prevenzione incendi allora la l’intervento venne dirottato su altre località. Ma questo perché  – dice Fratellini – non è che Bastia è contraria all’accoglienza, Bastia è a favore dell’accoglienza, fatta con le regole che ci sono che vanno rispettate perché la gente si sente in pericolo se vede all’improvviso sbocciare dal nulla un centro di accoglienza in una struttura che è stata saccheggiata, è stata distrutta da 8 anni minimo di abbandono e struttura nella quale, quando svolgevo il mio compito da assessore, più volte ho dovuto mandare i funzionari del comune a verificare che cosa stava avvenendo perché ci segnalavano che venivano asportati dei materiali e lasciati dei rifiuti. Perché è stata scelta la Villa? Forse perché è stata acquistata dal tribunale a un prezzo molto basso? Non c’erano altre strutture a Bastia da essere individuate per questo servizio? Ci sono delle caserme abbandonate in ottimo stato per esempio. Ci sono altri hotel, altri alberghi che stanno fermi che potrebbero essere riaperti non un locale che è stato saccheggiato. Nessuna comunicazione, come prevede la legge, è stata fatta per iniziare i lavori persone che abitano lì riferiscono che sono da mesi che lavorano lì all’interno di quella struttura. Come mai? E’ possibile che uno che gestisce i centri di accoglienza in tutta l’Umbria e anche magari in altre regioni non sa che si deve fare un intervento di manutenzione straordinaria serve un’autorizzazione al Comune. Non può entrare e il Comune accorgersi il fatto che stanno rimettendo a posto quei locali perché qualcuno ha fatto la richiesta di iscrizione alla Tari”.
“Le condizioni – ha ribadito Fratellini – non ci sono. Non c’è un certificato di prevenzione incendi perché nessuno l’ha mai chiesto in 30-40 anni di esercizio di questa attività. Forse per aprire il centro di accoglienza tutto questo non serve? Perché se chi ha ha fatto i lavori li ha fatti senza fare assolutamente niente dobbiamo immaginare che si senta al di sopra di questi obblighi? I tutti i bandi in tutti i capitolati c’è scritto che chi partecipa deve autocertificare che le strutture che ha a disposizione siano in quel momento agibili e in possesso di tutte i requisiti previsti dalla legge”.
L’ex assessore poi chiede al Prefetto: “E’ avvenuto questo eccellenza”?. Quando è stato fatto la partecipazione al bando quei locali erano agibili? Se non sono agibili oggi, immagino di no”.
Fratellini poi esterna la preoccupazione di chi vive nei pressi della Villa. “Noi siamo preoccupati di quello che sta avvenendo ma soprattutto per la sicurezza di chi dovrà abitarci, di chi andrà in quei luoghi, perché non è la prima volta che succedono dei fatti incresciosi. Noi li dobbiamo accogliere come si deve, li dobbiamo accogliere in sicurezza, li dobbiamo accogliere in una struttura che ha tutte le caratteristiche per legge, perché non è possibile che se qualcuno deve aprire un’attività ricettiva arriviamo quasi a chiedere l’esame del sangue fino alla terza discendenza per poter aprire un’attività e qui sembra che sia tutto facile addirittura è stata annunciata l’apertura per fine marzo quando ancora ci sono i lavori fermi perché c’è stato un blocco perché c’è stata riscontrata un’irregolarità e questo non è ammissibile”.
E per finire rivolgendosi al sindaco dice: “I cittadini devono essere tutelati in questo quindi, lei signor sindaco, è stato eletto dai cittadini di Bastia e fino al 9 giugno li rappresenta tutti e secondo me ha l’obbligo morale e politico di garantire che gli uffici verifichino con puntualità il possesso di tutti i requisiti necessari per legge prima di consentire l’apertura del centro di accoglienza, questo perché bisogna tutelare per prima cosa l’incolumità e la sicurezza degli eventuali occupanti e ai cittadini garantire che tutto avvenga nell’assoluta legalità. Non possiamo nasconderci, lei non può nasconderci dietro fasi del tipo non è competenza del Comune, oppure non decide l’amministrazione. No sindaco nei confronti dei cittadini il garante è lei e deve interfacciarsi con chi decide certe soluzioni facendo presente come stanno le cose e pretendendo l’assoluto rispetto della legge che non ho dubbi verrà rispettata come ha assicurato sua eccellenza il prefetto. Non credo che ci siano istituzioni sovraordinate all’amministrazione comunale che possano o vogliano autorizzare l’apertura di una qualsiasi attività se non nel rispetto delle norme questo ci aspettiamo dal sindaco. Questo si aspettano i cittadini e non giustificazioni superficiali o forse anche infondate”.

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