
Musica e arte unite nel ricordo dei migranti dispersi
Il 21 giugno 2025, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, si è svolto un evento di forte impatto civile e umano: “Requiem per le Genti del Mediterraneo”, un concerto dedicato a ricordare le migliaia di persone scomparse durante le traversate per mare. L’iniziativa, promossa dall’ARPI (Associazione di Ricerca Psicodinamica per l’Intervento Sociale) e co-organizzata dall’UNHCR, ha unito musica, testimonianze e simboli per richiamare l’attenzione su una tragedia che ancora oggi colpisce profondamente.
L’iniziativa culturale, ideata e diretta dalla professoressa Rita Inglese, ha visto la partecipazione di autorevoli esponenti di diverse realtà impegnate nel sostegno ai rifugiati e alla tutela dei diritti umani. Tra gli ospiti vi erano rappresentanti dell’UNHCR, ACLI, Caritas Internazionale, e del Comune di Roma, insieme a figure accademiche e a protagonisti del mondo artistico e sociale. Tra questi, anche il fotografo Max Hirzel, noto per il suo libro “Corpi Migranti”, e Fofanà Amara, sopravvissuto alle traversate e fonte d’ispirazione per il film “Io Capitano”.
La serata si è aperta con l’esecuzione della “Sunrise Mass” di Ola Gjeilo, eseguita da due cori e archi, seguita dalla prima assoluta della “Cantata Genti del Mediterraneo” del compositore Piero Caraba. Questa composizione originale, basata su un testo poetico di Alfonso Ottobre, ha coinvolto un coro, violino solista, archi e percussioni, offrendo un’espressione artistica intensa e commovente.
Protagonisti musicali sono stati i cori di Bastia Umbra, Entropie Armoniche, Voxel e l’Orchestra d’Archi Genti del Mediterraneo, con il violino solista Misia Iannoni Sebastianini e il percussionista Francesco Magarò. Un elemento carico di significato è stato il violino realizzato con il legno di un’imbarcazione naufragata nel Mediterraneo, un progetto nato dalla Cooperativa “Ro’ La Formichina” di Palermo, che ha trasformato un simbolo di dolore in voce di rinascita.
La conduzione dell’evento è stata affidata alla giornalista Cecilia Rinaldini di Radio Rai, che ha accompagnato il pubblico in un percorso di riflessione e partecipazione emotiva. Numerosi spettatori hanno affollato la Basilica, vivendo con profonda emozione un momento che ha saputo intrecciare arte e impegno sociale, richiamando l’urgenza di non dimenticare la sofferenza di chi ha perso la vita nel tentativo di cercare un futuro migliore.
Questo concerto ha rappresentato un tributo solenne, dove la musica si è fatta strumento di memoria e consapevolezza, un invito a mantenere viva l’attenzione su una delle emergenze umanitarie più drammatiche del nostro tempo, ricordando che dietro ai numeri ci sono storie umane di dolore, speranza e coraggio.
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