
Bulli minacciano abitante, Claudia Lucia, servono soluzioni efficaci e immediate
da Claudia Lucia
Architetto
Con rammarico ho letto su BastiaOggi quanto accaduto a Sergio L., bastiolo vero (ma chi si può dire bastiolo vero?) residente del centro storico. Una situazione di disagio che è purtroppo nota e che solo parzialmente si è incominciato ad analizzare e a risolvere. Al di là del singolo episodio, tuttavia emblematico della condizione di malessere, quando un residente, preso dallo sconforto, inizia a pensare di lasciare il centro, inizia la sconfitta dell’urbanistica, delle politiche sociali e dell’economia urbana.

Ho avuto già occasione di esprimermi sulla traiettoria di sviluppo o di declino del centro storico. https://www.bastiaoggi.it/politica/sociale/centro-storico-di-bastia-umbra-36284/ Ora, tuttavia, sento la necessità di approfondire alcuni aspetti, quelli che sento essere alla base dello sconforto manifestato da Sergio e da altri residenti della città vecchia. I temi sono quelli della qualità urbana in generale, fatta di coesione sociale, di qualità dell’abitare, di garanzia e percezione di sicurezza, di offerta commerciale e di servizi.
Molto è stato fatto dall’attuale amministrazione, che ha scelto di riversare importanti risorse economiche nella manutenzione e ristrutturazione di alcuni importanti edifici pubblici, allo scopo di conservare servizi e funzioni pubbliche all’interno della città vecchia. Ma necessariamente la sfida di rigenerazione deve avvenire contemporaneamente sulle cose (patrimonio pubblico), sulle case (qualità abitativa delle risorse private) e sulle persone (qualità sociale) e su questi ultimi due temi il lavoro è ancora tutto da fare.
Riparto sempre dalla solite domande: Perché i residenti e le attività economiche scelgono di allontanarsi dal centro? Perché il centro è sempre meno dei bastioli? Perché le case valgono ormai così poco? Sappiamo chi vive il centro storico?
Il tema è necessariamente legato alla qualità urbana ed edilizia, ma coinvolge anche il commercio e l’immigrazione. Un centro come Bastia, che non ha problemi di accessibilità e gode di un tessuto economico ancora tra i più vivaci dell’Umbria, avrebbe tutte le carte in regola per essere vivo, dinamico, attrattivo. Invece pare che le cose non stiano andando per il verso giusto. Se da un lato gli interventi sugli edifici pubblici hanno significato un incremento della qualità (Auditorium, ex Istituto commerciale, Municipio vecchio e ora anche Municipio nuovo), gli interventi sulla proprietà privata sono fortemente carenti, specialmente nella zona dei vicoli. Serve – urgentemente – un piano attuativo (per esempio un Programma Integrato di Recupero) che abbia una visione d’insieme con la finalità di coordinare organicamente gli interventi su edifici privati e pubblici, nonché sulle infrastrutture, sugli spazi pubblici e sull’arredo urbano e che tenga conto delle esigenze temporali, economiche e finanziarie degli attuatori.
Questo Programma urbanistico non può prescindere dall’individuazione di “vuoti urbani”, indispensabili per dare respiro al tessuto congestionato dei vicoli e generare circoli virtuosi in termini di incremento dell’attrattività (e quindi del valore) degli edifici contermini.
Sottolineo l’importanza di un arredo urbano attentamente valutato che tenga conto delle attività che ancora si svolgono nel centro storico, come il mercato settimanale ed il Palio de San Michele, che non si devono delocalizzare perché legate alla storia ed alla vita stessa della città, ma si devono integrare e confrontare alle esigenze di chi in centro ci vive e ci lavora. Analogamente, la tanto auspicata “movida” dovrà raffrontarsi con l’esigenza di chi in centro ci vive.
È altrettanto necessario agire sul tema della sicurezza oggettiva e percepita. Una recente indagine propedeutica alla redazione del Quadro Strategico di Valorizzazione del centro storico (a proposito, che fine ha fatto?) ci ha restituito un’immagine di una città storica abitata da giovani e stranieri in misura superiore alle altre zone. Inevitabile una riflessione sull’immigrazione, la quale, come si sa, crea problemi quando non è integrata. La non facile soluzione di questo problema non può prescindere dalla volontà di integrazione dei nuovi bastioli e passa da politiche sociali sostenibili e condivise, che ancora sono carenti. Forse la maggiore presenza di forze dell’ordine può agire anche sulla percezione di sicurezza e contrastare i fenomeni di degrado descritti da Sergio, legati alle insane frequentazioni dei vicoli e al consumo di alcool e droga. A quanto pare la presenza del comando di polizia locale situato in centro non è sufficiente.
Concludo la riflessione con l’auspicio che il triste episodio accaduto ieri sera sia utile a creare un sano ed attivo dibattito sul centro storico finalizzato anche a promuovere un efficace strumento di pianificazione territoriale su base interdisciplinare. Non è possibile attendere ancora.
A molti sembrerà strano, e forse non se ne sono mai accorti sempre impegnati alla ricerca delle cose che non vanno, ma per i vicoli del centro esiste ed è in atto un calendario di spazzamento manuale a giorni alterni e tutti i giovedì (a meno che non sia periodo di formazione di ghaiccio) viene effettuato il lavaggio con polivapor e uso di prodotti igienizzanti da parte di Gesenu. Poi è evidente che la sera precedente del giorno di pulizia i vicoli sono sporchi più del dovuto.
quei poveri ragazzi rimarranno sempre intrappolati nei vicoli.. è un dispiacere..