Polemica sull’Imposta di Soggiorno, FdI Chiede Revoca

Centro storico insicuro a Bastia Umbra: FdI accuse al Comune

Operatori turistici in difficoltà per nuove regole. Critiche all’amministrazione comunale.

Polemica sull’Imposta – L’introduzione dell’imposta di soggiorno a Bastia Umbra sta sollevando forti critiche da parte degli operatori del settore ricettivo. Fratelli d’Italia locale ha lanciato un appello all’amministrazione comunale, chiedendo la cancellazione del provvedimento, ritenuto dannoso per le strutture e inutile per le casse del comune.

A differenza dei comuni limitrofi, dove il turismo rappresenta la principale fonte di attrazione, a Bastia Umbra la maggior parte degli ospiti è legata ad attività lavorative. Operai, professionisti e imprenditori scelgono il territorio per la sua vivacità economica, non per motivi turistici. Queste presenze, spesso ripetute nel tempo, non rientrano nella logica del turismo occasionale su cui solitamente si basa l’imposta di soggiorno.

I gestori di bed and breakfast, case vacanza e altre strutture temono che la nuova tassa possa compromettere la competitività dei prezzi. Per non scoraggiare la clientela, molti potrebbero essere costretti ad assorbire il costo dell’imposta, mantenendo invariati i listini. Un aggravio economico non indifferente, soprattutto per le piccole attività a conduzione familiare.

A ciò si aggiunge la complessità burocratica. Il sistema adottato dal comune richiede l’inserimento mensile dei dati, obbligando gli operatori a tenere traccia giornaliera su supporti esterni. Una procedura macchinosa che aumenta il rischio di errori e rallenta il lavoro. Inoltre, la mancata uniformità con i comuni vicini, come Assisi e Perugia, costringerà chi gestisce strutture in più territori ad adattarsi a modalità diverse, complicando ulteriormente le operazioni.

Gli operatori avevano sollevato queste critiche già in un incontro con l’amministrazione il 17 aprile, pochi giorni prima dell’entrata in vigore della tassa. Tuttavia, le loro richieste sono state ignorate, alimentando il malcontento. Secondo Fratelli d’Italia, l’amministrazione ha dimostrato scarsa attenzione verso le esigenze del settore, preferendo imporre una misura senza valutarne l’impatto reale.

I dubbi riguardano anche l’effettiva utilità dell’imposta. Gli introiti previsti sarebbero marginali per il bilancio comunale, mentre i costi gestionali, sia per le strutture che per l’ente pubblico, rischiano di superare i benefici. Inoltre, non è ancora chiaro come verranno utilizzati i fondi raccolti, un aspetto che l’amministrazione non ha chiarito durante l’incontro con gli operatori.

La richiesta è chiara: revocare un provvedimento considerato inefficace e dannoso. Secondo i critici, sarebbe più utile ottimizzare la spesa pubblica piuttosto che introdurre nuove tasse che rischiano di penalizzare un settore già fragile. Gli operatori chiedono ascolto e sostegno, non ulteriori ostacoli burocratici che minacciano la sopravvivenza delle loro attività.

L’amministrazione comunale dovrà ora decidere se mantenere la tassa nonostante le proteste o rivedere la propria posizione, evitando di gravare su un comparto che contribuisce in modo significativo all’economia locale.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*