Una riflessione sull’evoluzione socio-urbanistica di Bastia

Identità e sviluppo: un viaggio tra pragmatismo e qualità della vita

La coalizione civico progressista e l'Alleanza Verdi e Sinistra

Una riflessione sull’evoluzione socio-urbanistica di Bastia

Una riflessione sull’evoluzione – La comunità di Bastia si interroga sulla propria identità e sulle dinamiche che hanno caratterizzato il suo sviluppo socio-urbanistico nel corso degli anni. Le amministrazioni comunali, che si sono succedute, hanno sostenuto uno sviluppo economico e urbano significativo, anche se talvolta disordinato. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi, Bastia si è distinta per la sua imprenditorialità vivace, tanto a livello locale quanto nazionale. Questo spirito di iniziativa, benché ridimensionato, continua a permeare ogni cittadino, che resta aperto e pronto a intraprendere nuove iniziative imprenditoriali e artigianali, senza mai lamentarsi e impegnandosi con determinazione.

Negli ultimi anni, tuttavia, lo sviluppo urbanistico ha subito un rallentamento. La spinta edificatoria e la creazione di nuove aree industriali e artigianali si sono fermate, in parte a causa della saturazione del mercato, ma anche per una mancanza di visione e adattamento alle mutate esigenze della popolazione. La necessità di case in affitto, edilizia residenziale pubblica e abitazioni per giovani coppie e anziani non è stata adeguatamente affrontata.

Questa situazione è il risultato di una concezione urbanistica che ha privilegiato la quantità alla qualità, urbanizzando ed edificando aree senza un adeguato riscontro di mercato. Questo ha portato a un tessuto urbano sempre più rigido e non calibrato sui nuovi nuclei familiari, aggravato dalla diminuzione di commesse di lavoro che richiedevano grandi spazi coperti, parcheggi, viabilità e infrastrutture per servizi. Spesso, la realizzazione di aree verdi, essenziali per il benessere dei cittadini, è stata sacrificata.

La città, come molte altre realtà italiane, paga il prezzo di uno sviluppo urbanistico basato sulle esigenze immediate del mercato. Ora, con i confini comunali definiti e i bilanci urbanistici che devono tendere allo zero, emergono le necessità di recuperare e riconvertire le strutture urbane esistenti. Tra queste, l’area della piazza del mercato, l’area ex Petrini e l’area Franchi, quest’ultima ferma a causa di problemi di pianificazione e vincolata alla realizzazione del sottopasso ferroviario lungo via Firenze, ancora non completato.

Guardando al futuro, è essenziale che le amministrazioni si concentrino su una visione a medio e lungo termine, ponendo al centro le persone e non le cose. La salute dei cittadini, intesa come sostenibilità ambientale, deve essere prioritaria. I sindaci devono adottare una visione sistemica che integri qualità dell’aria e dell’acqua, mobilità, habitat e salute. Non è un caso che si parli sempre più di finanza sostenibile ed etica, in linea con le scadenze della comunità europea, come il Green Deal 2030.

In questo contesto, è cruciale coinvolgere i cittadini, ascoltarli e invitarli a partecipare alla ridefinizione e valorizzazione degli spazi urbani. Esiste un forte desiderio di partecipazione da parte della comunità, che non deve essere delusa. Ritrovare l’orgoglio identitario attraverso il lavoro, la socialità e la libera iniziativa è fondamentale per costruire luoghi scelti e non subiti, dove l’ambiente e le strutture sono pensati, curati e protetti.

Come disse Albert Einstein, “la mente è come un paracadute: funziona solo se è aperta.” Questa mentalità aperta caratterizza da sempre gli abitanti di Bastia, e sarà la chiave per un futuro urbano sostenibile e inclusivo.

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