Campanile Ospedalicchio: storia degna di Peppone e Don Camillo

Bastia e i campanili: una storia degna di Peppone  e Don Camillo

Perché, si sa, a Bastia anche i campanili hanno più carattere della politica

Campanile Ospedalicchio – Bastia non delude mai quando si tratta di particolarità. Oltre a essere forse l’unica cittadina dove il campanile della parrocchia principale è più basso della facciata della chiesa, abbiamo anche il gioiello del campanile di proprietà comunale – una vicenda che nemmeno il buon Guareschi avrebbe potuto immaginare più surreale.

Atto I: Don Camillo e l’Ufficio Complicazioni Cose Semplici

Don Camillo, preoccupato per le condizioni precarie del campanile, si attiva per la manutenzione urgente (non si sa mai che un calcinaccio decida di fare conoscenza troppo ravvicinata con qualche fedele). Presenta al Comune tutta la documentazione necessaria, comprese le autorizzazioni già rilasciate anni fa.

Ed ecco il colpo di scena: i solerti funzionari scoprono che, in catasto, il suolo sotto il campanile risulta intestato al Comune. Fermi tutti! L’Ufficio Complicazioni Cose Semplici entra in azione e blocca tutto, (ignorando le autorizzazioni già rilasciate in passato). Perché mai risolvere in fretta una questione quando si può trasformarla in un giallo burocratico?

Atto II: Peppone e i 23 mq che scombinano tutto

Don Camillo, ormai esasperato, si rivolge a Peppone (alias il Sindaco), il quale, con fare rassicurante, promette di “sbrogliare la matassa”.

L’intricato groviglio pare sia fatto di:

23 mq di terreno di cui nessuno sa più nulla (ma vabbè, il Comune ha pure pagato per la festa d’inaugurazione del campanile nel 1955 all’epoca del sindaco Giontella, quindi un accordo ci sarà pure stato… no?).

Un atto consiliare da approvare, perché sì, per sistemare la cosa servono pareri, firme, delibere e chissà cos’altro.

Intanto Don Camillo ottiene le solite rassicurazioni, declinate al futuro, da Peppone mentre il suo UCCS (ufficio complicazione cose semplici) si perde in cavilli e riunioni dove si trovano più problemi che soluzioni rinviando la pratica di consiglio in consiglio, il campanile aspetta, i fedeli pure (compresi quelli che votano per Peppone), e i passanti rischiano di prendersi un souvenir di mattoni in testa.

La morale della favola

Nelle storie di Guareschi, alla fine Don Camillo e Peppone si capivano sempre, tra botte, doppiette e fanfare. Qui invece, dopo 6 mesi di attesa, la situazione è ancora in stallo e l’UCCS domina.

Quindi, cari ospedalicchiesi:

  1. Evitate di passare sotto il “campanile comunale” (a meno che non vi piaccia il brivido del rischio).
  2. Se un mattone vi cade in testa, chiedete i danni in Piazza Mazzini e domandate di Peppone.
  3. Confidate nell’eterna lotta tra buon senso e burocrazia, sperando che, prima o poi, Peppone trovi il bandolo della matassa…sempre che sia d’accordo l’ UCCS.

Perché, si sa, a Bastia anche i campanili hanno più carattere della politica.

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