
La Regina, il Prevosto e il Visconte: Tensione e Spifferi a Bastia
Da alcuni giorni nel cielo sopra Porta Molini si addensano fosche nubi e sembra essere imminente lo scoppio di un temporale, anche se, per il popolo del Borgo Antico di Bastia, il mese di gennaio sta passando con giornate luminose e per niente fredde. Pare che ciò sia dovuto alla forte tensione che proviene dal Palazzo, specie dopo l’esposizione su pergamene e bacheche sociali di alcuni proclami non preventivamente autorizzati e non accondiscendenti, di cui si sarebbero resi colpevoli certi cronisti, prontamente e duramente ammoniti dalla Regina e dai suoi Dignitari.
Il popolo, che vorrebbe capire i segnali dal cielo, si chiede cosa farà il Prevosto all’Arte di costruire le città (e conservare le campagne), primo oppositore della Regina, che incredibilmente siede ancora al tavolo della corte. La Regina non sa prendere una decisione: se licenziarlo, scatenando anzitempo la guerra per la successione al trono oppure tenerlo vicino per controllarne le mosse. Ogni settimana sembra quella decisiva, ma la scintilla non parte mai e i giorni trascorrono sempre più in tensione, in attesa di nuovi consessi con i signori di Perugia. Anche il Prevosto è furbo: aspetta, guarda, studia tutto, approfittando della sua posizione dentro il palazzo, ma ogni giorno che passa si consuma nell’indecisione se palesarsi a capo delle sue truppe o restare alla corte e finire (forse) il suo mandato.
Dalle parti della strada di San Rocco c’è nebbia fitta. Il Visconte dimezzato annaspa e procede a tentoni, mugugnando contro le ultime sparate del suo protettore. Pare, infatti che abbia difficoltà a trovare le dame per la sua squadra che, si sa, dev’essere composta tanto di cavalieri, quanto di gentildonne. Non sembrano efficaci le promesse di concretezza delle sue azioni se dovesse raggiungere il trono, perché l’immagine è macchiata e le signore di ogni dove gridano allo scandalo.
Bonaccia, invece, in Piazza dell’Aggiunta, dove si trova la vecchia sede delle truppe di mano manca. L’ordine è tacere e vigilare in attesa di un passo falso delle truppe avverse e specialmente in attesa che sia definito chi concorrerà per la guida del Borgo Antico. Ma è solo la quiete prima della tempesta ed il nemico è subdolo e nascosto. Potrebbe essere ovunque ed anche dentro casa.
La Regina passa le sue giornate al pallottoliere contando i fedelissimi. Dunque: della fazione sotto il vessillo della Gran Sovrana, ne ha 4 tra eletti e nominati e altrettanti tra gli arruolati. Della fazione vicina al cavaliere di Arcore, ne ha uno solo, peraltro malfermo per via di una nota vicenda legata alle attività ginniche. Della fazione di Pontida, nessuno di nessuna schiera, ovviamente. Dalla sua Guardia scelta, registra alcuni abbandoni, ma a 8, forse 10 soldatini, ci dovrebbe arrivare anche se alcuni sono stanchi e vorrebbero ritirarsi.
Tirate le somme, ha ben compreso che armare un esercito per affrontare la tenzone elettorale è sempre più complicato e anche le garanzie di buone posizioni alla sua futura corte per fidelizzare e motivare la truppa non sembrano funzionare più. Infatti anche i Dignitari sanno contare e, senza sforzo, comprendono che la sovrana non potrà accontentare tutti perché i posti al tavolo della corte sono solo 5, mentre le promesse che ha fatto sono almeno tre o quattro volte di più e sono ben distribuite tra borgo e contado, plebe e corporazioni.
Gli incontri della Regina e della sua corte con il popolo, intanto, proseguono, ma senza grande successo. Ne è prova il fatto che sono gran poche le esposizioni di auto-ritratti celebrativi della sovrana in mezzo alla gente. Ma attenzione, la visita di questa sera al feudo di Brozzo può riservare qualche sorpresa. Staremo a vedere.
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