
Gli alunni dell’I.C. Bastia 1 in visita ad Auschwitz: riflessioni sulla Shoah
Gli alunni della classe 3A della scuola secondaria di primo grado “Colomba Antonietti” di Bastia Umbra hanno recentemente partecipato a un viaggio di istruzione al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. L’esperienza ha rappresentato una tappa cruciale del loro percorso di studio sulla Shoah, avviato con lezioni e approfondimenti in classe. Il viaggio ha coinvolto i ragazzi in una riflessione profonda su uno dei capitoli più tragici della storia del Novecento e sulle lezioni che ancora oggi possiamo trarre da quel dramma.
Accompagnati dalle professoresse Serena Lucrezi e Maria Elisabetta Monacchia, gli studenti sono partiti per la Polonia dopo un lungo periodo di preparazione, che ha incluso letture e l’ascolto di testimonianze dirette, oltre all’incontro con la presidente dell’associazione “Figli della Shoah”. Questa fase preliminare ha fornito loro le basi per comprendere meglio il significato della Shoah e l’importanza di promuovere i valori di tolleranza, rispetto e dignità umana.
La visita al campo di concentramento è stata un momento di forte impatto emotivo per i giovani studenti. Durante il tour, i ragazzi hanno visto da vicino i blocchi di prigionia, le camere a gas e i crematori, confrontandosi con le immagini e i reperti storici che documentano la crudeltà del regime nazista. Queste esperienze hanno inciso profondamente sulla loro sensibilità, lasciando un segno indelebile nelle loro menti. Tuttavia, il confronto con queste tragiche testimonianze ha anche permesso agli studenti di acquisire una consapevolezza più profonda delle conseguenze dell’odio e dell’intolleranza.
All’ingresso di Auschwitz, i ragazzi hanno visto la celebre scritta “Arbeit Macht Frei”, un cinico slogan che accoglieva i deportati. Il silenzio che domina il campo ha colpito profondamente i giovani visitatori. In quel silenzio, non c’era pace, ma l’eco della sofferenza di milioni di persone. Tuttavia, nel lasciare il campo, gli studenti hanno riportato con sé una sensazione diversa, una sorta di responsabilità e desiderio di cambiamento, convinti che il passato non debba mai essere dimenticato e che sia possibile costruire un futuro migliore.
I ragazzi hanno riflettuto sul significato delle recinzioni e dei confini che imprigionavano i deportati, confrontandoli con i loro sogni di libertà e speranza. Consapevoli che milioni di persone della loro stessa età non hanno potuto vivere la vita che meritavano, hanno capito che tocca a loro vigilare affinché tragedie simili non si ripetano. La loro visita è diventata così non solo un viaggio nella memoria, ma un’opportunità per prendere coscienza dell’importanza di vivere ogni momento con gratitudine e impegno.
Questo percorso di memoria ha avuto un impatto profondo su tutti i partecipanti, stimolandoli a riflettere su come, proprio grazie alla loro generazione, possa esserci la speranza di un futuro più giusto e umano. Gli alunni della Colomba Antonietti hanno compreso il significato di responsabilità e di vigilanza, riconoscendo l’importanza di tramandare la memoria della Shoah per impedire che si ripeta.
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