
Gli ospiti di Monte Peglia
Risalente agli anni ’70, frutto di un’esperienza di occupazione e come tale nata, purtroppo, nel segno dell’illegalità, la comunità contadina di monte Peglia ha rivoluzionato la propria natura antagonistica. Se è indubbio che i beni demaniali sono stati occupati (e tenuti) illegalmente, è vero d’altro canto che gli amministratori si sono rifiutati di regolarizzare la situazione. Questo stallo si è protratto per un periodo lunghissimo, circa 20 anni, durante i quali gli “abusivi” non hanno avuto accesso a luce elettrica, servizi igienici o riscaldamento. Nel 2000 si giunse a una concessione regionale, per 10 anni, dei beni demaniali contesi; scaduta nel 2010, la concessione è stata a lungo in attesa di rinnovo ma la questione, come spesso la burocrazia impone, si è trascinata a lungo. Di recente gli abitanti d monte Peglia hanno ottenuto un contratto agricolo dalla durata di 9 anni rinnovabili. La casa laboratorio “Il Cerquisino”, luogo in cui l’Associazione culturale Artemide lavora attivamente dal 1996, portando avanti progetti europei come “Erasmus Plus”, sono un chiaro esempio del valore apportato dagli occupanti. Essendo un’area svantaggiata e scarsamente produttiva, il casolare in pietra sede dell’associazione si è conservato. I membri dell’associazione hanno dedicato particolare attenzione, nel restaurarlo, alla riduzione dei consumi energetici (installando pannelli fotovoltaici, collettori solari, caldaia a legna ad alto rendimento e altro ancora). Il gruppo opera anche nel campo del disagio, lavorando attivamente in opposizione alle cause che conducono all’esclusione sociale, discriminazione, razzismo e isolamento, meccanismi che generano malesseri, nei quali è insito il comportamento deviato.
Roberto Bistocchi
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