
Non c’è pace per il Borgo Antico, son Spifferi di pazzia
Non c’è pace per il Borgo Antico. Ad ogni sorgere del sole il popolo si sveglia curioso di apprendere cosa accadrà a Palazzo tra le pedine che continuano a scambiarsi di posto in quella che è ormai una scolorita scacchiera. In settimana, le Cronache hanno registrato l’abbandono del Prevosto all’Arte di costruire le città (e conservare le campagne), primo oppositore della Regina e assurdamente ancora il suo Vice. Ma attenzione, non si è trattato di una fuga, anzi! Nel men che non si dica, sono stati convocati i cronisti e sono partiti messaggeri con proclami per tutto il regno rivelando le sue parole di aperta sfida alla Regina.
Il Prevosto, come un fiabesco pifferaio magico, si porta dietro anche quattro Pedoni, ritiratisi per non partecipare ulteriormente all’imbarazzante albero della cuccagna, oltretutto ripetutamente sbandierato, con tediosa e paternalistica narrazione, dalla Regina durante i suoi incontri nel contado.
Tre Pedoni, di grossa caratura ed appartenenti alla Fazione vicina al cavaliere di Arcore, sono, tuttavia, costretti a dover rendere conto al Signore perugino che osserva passivo ed imbelle la nave che affonda. I tre, a loro volta, si portano dietro il consenso della loro Fazione, ed eventualmente privati del vessillo, la lasceranno priva di arruolati, tranne uno, asservito ad una Corte rimasta senza difesa ed a una Regina orfana di fiducia se non quello del Principe Consorte dedito a spettegolare, iracondo e minaccioso, difendendo l’ormai indifendibile.
Dalla nave che affonda alla zattera di salvataggio è un attimo: ecco, quindi, la Sovrana nominare in tutta fretta nuovi nocchieri sostenuti dai dignitari dell’Impero. Ma la navigazione è a vista, con improvvisati Vicari rimasti accanto ad una Regina alla disperata ricerca di lacchè più che di dignitari di corte.
Nella pioggia di surreali promesse ai nuovi Alfieri e incredibili favole propinate al volgo ormai stanco e disilluso, si prospettano all’orizzonte nubi minacciose e oscuri presagi. Il Vate del Regno presagisce, infatti, una gran tempesta che provocherà l’evacuazione del Palazzo che si ripresenterà a tutto il reame disabitato, pronto ad accogliere la nuova Corte.
E intanto nel Borgo Antico è arrivato un nuovo giorno. Il Barone Rampante è appena stato investito del ruolo di magno oppositore della reale compagine ed il popolo si interroga su ciò che la Regina e compagnia politicante si inventeranno al prossimo sorgere del sole.
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