Allevamenti green e di qualità: così si salva la zootecnia e l’ambiente

Il convegno di ANABIC ad Agriumbria traccia le linee per la zootecnia del Green Deal

Allevamenti green e di qualità: così si salva la zootecnia e l’ambiente

Allevamenti green e di qualità: così si salva la zootecnia e l’ambiente

Le razze bovine autoctone protagoniste del futuro: l’allevamento estensivo e green potrà contribuire in modo decisivo a salvare l’ambiente e qualificare il consumo di carne. Sono questi alcuni temi al centro dell’incontro, organizzato da Anabic (l’Associazione nazionale allevatori bovini italiani da carne), che si è tenuto sabato mattina nel Centro Congressi Maschiella nell’ambito dell’edizione 2021 di Agriumbria. Un tema molto apprezzato, tanto che il convegno ha fatto registrare il tutto esaurito per i posti disponibili, (contingentati per rispettare le prescrizioni finalizzate al contenimento della pandemia da Covid).


Fonte Anabic


Dopo i saluti del presidente di Umbriafiere Lazzaro Bogliari, del sindaco di Bastia Umbra Paola Lungarotti, del presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti e dell’Assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni, il direttore di Anabic, Stefano Pignani, in apertura del convegno, ha evidenziato il senso de convegno. “Gli allevamenti delle razze chianina, marchigiana, romagnola, maremmana e podolica, hanno tutte le carte in regola per diventare protagoniste del settore zootecnico italiano perchè ambientalmente sostenibili e custodi delle aree più svantaggiate, fortemente legate ai propri territori ed alle loro comunità, allevate con altissimi livelli di benessere degli animali.

  • Ciò che i cittadini ed i consumatori vogliono”

Ciò che i cittadini ed i consumatori vogliono”. Angelo Frascarelli, il neo presidente di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) ha invece puntato l’attenzione sul consolidamento delle aziende agricole vocate all’allevamento di bovini autoctoni. «Dagli anni ‘80 fino al 2000 circa – ha spiegato – c’è stata una forte riduzione del patrimonio zootecnico con una importante diminuzione delle aziende.

Adesso invece ci stiamo trovando davanti a un consolidamento ed ampliamento delle aziende che sono rimaste. Difficilmente le imprese che hanno chiuso, poi riaprono con la zootecnia, ma quelle che hanno proseguito con questo tipo di attività, sono diventate più grandi e adesso dimostrano una nuova vitalità.

  • il presidente di ISMEA

Oggi si registra inoltre – ha sottolineato il presidente di ISMEA – una grande attenzione del consumatore verso le carni di origine italiana, soprattutto verso quelle autoctone e lo dimostra il livello dei prezzi pagati all’allevatore che per la chianina, ad esempio, ha raggiunto gli 8 euro al chilo, a dimostrazione dell’apprezzamento del consumatore che ritrova in questa razza la garanzia di un prodotto di altissimo livello”.

Agriumbria si conferma l’evento di riferimento per il mondo agricolo italiano

Il responsabile dei Centri Genetici di Anabic, Andrea Quaglia ha ripercorso le tappe ed i successi del lavoro di miglioramento genetico svolto in sessanta anni di attività ed ha illustrato i nuovi progetti avviati con il programma I-Beef, finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Agricoltura, per un fornire agli allevatori ed alla società un percorso di selezione di animali più resilienti, più resistenti alle patologie, meno impattanti sull’ambiente.

  • La salvezza delle aree interne

L’intervento del direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentare dell’Umbria e delle Marche, Vincenzo Caputo, che ha voluto mettere in evidenza il lavoro ed il ruolo svolto da Anabic. «La salvezza delle aree interne – ha detto Caputo – passa attraverso il lavoro di Associazioni come Anabic e dei loro iscritti. Ho incontrato nei giorni scorsi presso la sede del nostro istituto, il presidente con cui abbiamo aperto una collaborazione per lo sviluppo di tematiche a salvaguardia di settori che sono fondamentali e che possono rappresentare la sicura sopravvivenza delle aree interne.

  • Il ruolo di Anabic con animali di altissima genealogia

Il ruolo di Anabic con animali di altissima genealogia, è fondamentale: ci consentono di preservare i territori e di garantire una eccellenza territoriale, preservare il territorio e l’habitat delle nostre campagne» Il presidente di Anabic Luca Panichi, nello svolgere le conclusioni, ha voluto ricordare anche quanto sia diminuito il consumo di carne, passato da 25 chili pro capite agli attuali 16 chilogrammi 2 pro capite. «In questo scenario però – ha concluso – le razze autoctone riescono ancora a cogliere l’interesse del consumatore.

Sarà questo il futuro che salverà il mercato della carne». Il presidente di Anabic, ha voluto ricordare anche la presenza stabile dell’associazione ad AgriUmbria.

«E’ un momento importante per la ripartenza – ha detto Panichi – e come Anabic saremo protagonisti del futuro con green economy e transizione ecologica. I nostri modelli di allevamento e i nostri animali sono già molto più green di quanto si possa immaginare, basti ricordare che il 75% degli allevamenti dei nostri soci sono allo stato brado o semibrado, nelle zone più marginali del nostro Paese». Al Convegno hanno partecipato anche il presidente della Associazione Italiana Allevatori Roberto Nocentini ed il Direttore Tecnico della Federazione della Associazioni nazionali di razza Prof. Martino Cassandro che hanno portato il contributo delle rispettive Associazioni alla importante iniziativa di Anabic.

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