Polemiche su nuova antenna a Bastia Umbra, e la popolazione?

Polemiche su nuova antenna a Bastia Umbra, e la popolazione?
Polemiche su nuova antenna a Bastia Umbra, e la popolazione?

L’iter per una stazione radio base innesca interrogativi sulla partecipazione civica

L’autorizzazione per la costruzione di una nuova infrastruttura di telecomunicazioni a Bastia Umbra, contenuta nella Determinazione N. 649 del 7 agosto 2025, avrebbe potuto rappresentare un semplice atto amministrativo, ma ha invece sollevato una serie di interrogativi. La decisione, maturata al termine di una Conferenza di Servizi, avrebbe dovuto considerare tutti gli aspetti del progetto, che prevede l’installazione di una stazione radio base in via Praga. L’impianto, di proprietà di una società specializzata in infrastrutture, scrive sul suo profilo facebook l’avv. Katiuscia Malfetta, dovrebbe ospitare gli apparati di un noto operatore di telefonia mobile.

La struttura, che dovrebbe essere un palo metallico di 30 metri con un pennone sommitale di 4 metri, potrebbe diventare un punto di forte attrito con la comunità locale. L’intera costruzione, ancorata su una platea di cemento armato, avrebbe dovuto essere oggetto di un’analisi più scrupolosa da parte di tutti gli enti coinvolti. La Conferenza di Servizi ha visto la partecipazione di ARPA Umbria, Regione, Provincia di Perugia, ENAC, ENAV e, per il Comune, i settori Lavori Pubblici e Polizia Locale.

I pareri espliciti acquisiti sembrerebbero pochi. L’ARPA Umbria avrebbe espresso un parere favorevole con alcune riserve, mentre la Regione avrebbe comunicato la sua non competenza. Ciò che desterebbe maggiori perplessità è l’assenza di pareri da parte degli altri enti e dei settori comunali invitati. Tale silenzio, secondo la normativa, varrebbe come un assenso senza condizioni, un fatto che potrebbe apparire un’insufficiente tutela degli interessi pubblici. Proprio questa apparente disattenzione da parte del Comune potrebbe giustificare le preoccupazioni dei cittadini.

I residenti si troverebbero, quindi, a dover difendere le proprie posizioni in autonomia, senza il supporto che ci si aspetterebbe dall’amministrazione. In molti si chiederebbero se si sarebbe potuto dare maggiore peso alla vicinanza del fiume Chiascio e alle relative zone di rispetto fluviale, o se il progetto sarebbe compatibile con il Piano Regolatore Generale. Si potrebbe ipotizzare che una maggiore informazione preventiva avrebbe permesso un coinvolgimento più attivo della popolazione, evitando così le attuali tensioni.

La Determinazione e le sue conseguenze, specialmente per il quartiere di San Lorenzo, dovrebbero meritare un’analisi più profonda. La vicenda potrebbe essere vista come un simbolo delle difficoltà nel bilanciare lo sviluppo tecnologico con la protezione del territorio e la partecipazione civica. In questo contesto, i cittadini sarebbero costretti a farsi carico di istanze che avrebbero dovuto essere gestite in modo più trasparente e collaborativo.

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