Erano davvero tanti, cantori e no, i bambini che questa mattina, in occasione dei festeggiamenti dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, hanno invaso piazza Mazzini. Il coro, perché di questo si trattava, si è esibito davanti al palco delle autorità cantando l’Inno di Mameli e il Va’ Pensiero di Giuseppe Verdi. Insieme alla corale delle scuole, diretta da Natascia Mancini, anche la Banda di Costano. I festeggiamenti si sono tenuti anche nelle frazioni di Costano ed Ospedalicchio. Nella città della Sagra della Porchetta gli alunni delle classi V hanno recitato poesie davanti al monumento dei caduti. A portare il saluto della Amministrazione comunale è stato direttamente il sindaco, Stefano Ansideri. Con lui il suo vice, Francesco Fratellini.
Il discorso del Sindaco Stefano Ansideri
Il mio saluto alle autorità e ai cittadini presenti in questa piazza per festeggiare le Forze Armate e l’Unità nazionale. Il 4 Novembre è una ricorrenza che si ripropone, ogni anno, nel segno della continuità e della novità, e che unisce il ricordo di eventi drammatici alla gioia per il riaffermarsi di valori importanti per la nostra storia comune. Nella continuità, festeggiando il 4 novembre riaffermiamo i valori alti e nobili che sono alla base di un’Italia e di un’Europa unite e democratiche che ogni giorno tanti militari continuano a difendere anche oltre i confini nazionali ed europei: la libertà, i diritti dell’uomo, la democrazia, la pacifica convivenza tra popoli e nazioni. Nella continuità, ricordando il 4 Novembre, non intendiamo esaltare l’Italia in guerra o l’idea stessa della guerra. Non potrà mai essere così perché quella Costituzione che continua a rappresentare punto di riferimento imprescindibile per il nostro pensare ed il nostro agire quotidiano, afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Ed è la stessa Costituzione che ci richiama ad impegnarci per “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” e ci ricorda che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Celebrando il 4 Novembre noi festeggiamo le nostre forze armate quale fondamentale strumento di difesa della Patria e della pace. E’ importante cogliere e sottolineare anche il modo nuovo con il quale le Forze Armate possono interpretare il loro importante e delicato ruolo nel nostro Paese. Mi riferisco, in particolare, all’intensa e preziosa attività che viene svolta sui territori, anche nel nostro, per difendere e assistere la popolazione e per garantire legalità e sicurezza. Tante volte, anche in questi giorni, con i contingenti inviati nella Liguria flagellata dal maltempo, le nostre Forze Armate si sono confermate una risorsa fondamentale a disposizione di tutta la comunità colpita da calamità e da lutti.
Si è portato così, non solo in terre lontane, ma anche nelle nostre vie, nelle nostre case, tra la nostra gente, quello di cui oggi abbiamo un disperato bisogno: l’esempio di uno Stato credibile, efficiente, serio, operoso, giusto. Perché in un Paese attraversato da profonde inquietudini ed incertezze, nel quale cresce la paura per un futuro che non riusciamo bene a delineare, è quanto mai indispensabile avvertire al nostro fianco la presenza dello Stato in tutte le sue espressioni e rinsaldare nuove e più mature alleanze. Perché oggi, di fronte alla drammatica crisi economica che ha colpito anche l’Italia, rischiano di crescere le occasioni di delinquenza o di devianza; rischiano di trovare maggiore spazio i poteri criminali; c’è il rischio che qualcuno sbagli ad individuare l’avversario e che si ripropongano vecchi incubi, a partire dal terrorismo. Vogliamo ribadire in maniera molto netta che noi siamo e saremo sempre dalla parte della legalità, del confronto civile e non-violento, del rispetto dello Stato e delle sue Istituzioni; delle forze dell’ordine schierate per difendere l’integrità ed i diritti di tutti i cittadini.
Chiediamo a tutti loro di continuare a operare con serietà, abnegazione, senso di giustizia e del bene comune proprio perché – lo ripeto – abbiamo bisogno di avvertire accanto a noi la presenza di uno Stato serio e credibile, di istituzioni che dimostrino attaccamento al Paese e vicinanza ai cittadini, nei confronti dei quali rappresentino punto di riferimento democratico. Perché oggi tutti – a partire proprio dalle Istituzioni, da noi pubblici amministratori, e da tutti noi semplici cittadini – siamo chiamati a quel “sacro dovere di difendere la Patria” che ci impone la Costituzione e che per fortuna non significa più impugnare un fucile ed andare al fronte. Oggi il nemico lo abbiamo anche in casa e lo vogliamo combattere con le armi delle idee, delle parole, dell’esempio.
Questo nemico lo troviamo in chi fomenta le paure delle persone e l’aggressività, latente in ogni società, per seminare odio e lacerare le comunità, demolendo i valori comuni sui quali si fonda la nostra democrazia; in chi antepone gli interessi personali al bene della collettività; in chi dimostra di disprezzare i più elementari principi etici e morali. Perché oggi il nemico della Patria non è un esercito straniero che minaccia i nostri confini, oggi il nostro nemico è rappresentato a livello mondiale dal mito dell’illimitato sviluppo materiale che calpesta i corpi e le coscienze, dal progresso senza etica e dalla finanza senza regole, che hanno generato una crisi devastante che toglie speranze ai giovani e riporta i più anziani a vecchi ricordi angoscianti, del tempo in cui ogni giorno ci si doveva inventare qualcosa per sopravvivere.
Siamo chiamati perciò ad una nuova unità nella chiarezza politica, siamo chiamati a compiere scelte eque e trasparenti, a difendere i servizi e le opere essenziali. E’ un segnale importante, perché solo uniti si possono superare le difficoltà ed è un segnale importante anche perché dimostra che lo Stato c’è e vuole, con tutte le sue forze, vincere una dura battaglia, sapendo di poterla vincere come ne ha vinte tante altre. E’ la speranza di chi vuole lavorare instancabilmente per realizzare interventi concreti e progettare un futuro migliore, di chi difende la Patria e ama l’Italia, tiene al suo buon nome perché vuole che questo nostro Paese sia rispettato in tutto il mondo. Come le Forze Armate, che col proprio comportamento quotidiano ci ricordano i valori di lealtà, solidarietà, senso patrio, sacrificio. Come questi uomini e donne, che hanno conosciuto la guerra e oggi ci tramandano la pace, a cui ancora una volta va il nostro ringraziamento. Ed è senza retorica che noi possiamo dire Viva l’Unità dell’Italia dentro l’Unità dell’Europa! Viva le Forze Armate italiane al servizio della pace!
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