
Querelle Claudia Lucia e Fabrizia Renzini, scelte editoriali non si discutono
del Direttore
Marcello Migliosi
BASTIA UMBRA – C’è una querelle in città che non accenna a diminuire la sua forza polemica. La lite, fatta a pubblicazioni sui social e sui giornali, tra Claudia Lucia, assessore alla cultura, e Fabrizia Renzini, consigliere Gruppo misto.
Per scelta editoriale siamo da sempre attenti a quelle che sono le “questioni” politiche che riguardano la vita di Bastia Umbra, le forze politiche che la amministrano e quelle che sono all’opposizione. Ma è altrettanto vero che, le scelte editoriali non si discutono.
Perché questo preambolo? Semplice, abbiamo deciso di non pubblicare niente della querelle in atto proprio perché, secondo noi, non ha alcunché di politico. Intervengo, in prima persona quindi, perché da più parti sollecitato a pubblicare comunicati e controcomunicati, screenshot e controscreenshot.
Come se non bastasse, tra le rivendicazioni dell’una piuttosto che dell’altra parte, si invoca la legge sul diritto di replica. Sacrosanta, ma siccome non abbiamo pubblicato, per coerenza, non lo facciamo nemmeno in questo caso.
C’è, però, chi indica in Bastia Oggi – e ci fa molto piacere sia chiaro – un po’ l’ago della bilancia: “Se non pubblica (la replica ndr) Bastia Oggi”, non lo facciamo neanche noi. Grazie, ripeto ci fa piacere, ma noi non abbiamo né il ruolo né vogliamo avere responsabilità, a noi non ascrivibili, nella applicazione o meno di una normativa.
Inutile dire, quindi, che non serve farci pressione in quanto le linee editoriali sono una prerogativa del direttore e dell’editore, in questo caso, la stessa persona.
Ci asterremo, infine e non può essere diversamente, dal prendere una posizione sulla vicenda o dall’esprimere giudizi di alcun genere.
Buon Ferragosto,
il direttore
Regola, quella del diritto di replica, che è vecchia come la legge sulla stampa, è del ’48, tant’è che le sanzioni vengono citate in ancora in lire.
Al Diritto di replica si aggiunge quello di Rettifica.
Il diritto di rettifica consiste nella facoltà, da parte dei soggetti di cui siano state diffuse immagini o ai quali siano stati attribuiti atti, pensieri, affermazioni, dichiarazioni contrari a verità da parte di una radio, televisione, giornale, sito, blog, di richiedere la diffusione di proprie dichiarazioni di replica, in condizioni paritarie rispetto all’affermazione che vi ha dato causa.
Non a caso vi sono organi quali verificata la fondatezza della richiesta, ordina all’autore responsabile la rettifica; nel caso in cui essa non ottemperi, trasmette la relativa documentazione all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale può decidere l’irrogazione di sanzioni nonchè essere successivamente condannato in tribunale.
Ormai un problema sociale anche in rete
La legge impone l’obbligo di dichiarazione e rettifica, entro quarantotto ore dalla richiesta rispetto a varie proposte di legge, di fatto ad oggi ancora regolata dal minor tempo possibile anche ai “siti informatici, ivi compresi giornali, quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. Le rettifiche dovranno essere pubblicate con analoghe caratteristiche grafiche, metodologia di accesso al sito e pari visibilità della notizia cui si riferiscono dandone la stessa ed identica primaria diffusione. Per intenderci, la testata o profilo, non può nella prima notizia render noto a spamm ed in seconda battuta di replica/rettifica pubblicare un trafiletto e non divulgarlo. tutto dovrà essere attivato in egual misura all’originaria notizia resa nota. Nell’evenienza in cui, trattasi di blog, dovrà essere garantita nello stesso quadro di notizia, quindi stesso link in relazione al fatto che si presuma essere attività amatoriale non strutturata, quale potrebbe non rendere nota tempestivamente la rettifica di replica.
8 punti che non si possono non sapere quando si parla di diritto di rettifica….
1) Che cos’è il diritto di rettifica?
Come sopra premesso, è il diritto di fare pubblicare gratuitamente dichiarazioni dei soggetti interessati dalla pubblicazione di immagini, dichiarazioni, notizie ritenute lesive della loro dignità o contrarie a verità.
In sostanza, è il diritto – riconosciuto a certe condizioni – di affermare la propria verità.
2) Dove o come è pubblicata la notizia, la dichiarazione o l’immagine?
Giornali, TV, Blog, Siti.
3) Quali sono oggi le norme di riferimento?
a) La legge sulla stampa (e precisamente l’art. 8 della l. n. 47 del 1948) che afferma: il diritto di rettifica è il diritto di fare inserire “gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto suscettibile di incriminazione penale” .
b) Il T.U. dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (e precisamente l’art. 32 quinquies del d. lgs. n. 177 del 2005) che dispone: “chiunque si ritenga leso nei suoi interessi morali (…) o materiali da trasmissioni contrarie a verità ha diritto di chiedere (…) che sia trasmessa apposita rettifica, purché questa ultima non abbia contenuto che possa dar luogo a responsabilità penali”.
4) Il diritto di rettifica elimina altri diritti?
Il diritto di rettifica si aggiunge, ma non elimina le azioni, cioè gli strumenti giuridici di tutela riconosciuti da altri diritti (querela per diffamazione, risarcimento del danno, ecc.).
5) Qual è il presupposto ad oggi per l’esercizio del diritto di rettifica?
Ad oggi, il diritto di rettifica è previsto per la stampa (quotidiani, blog, periodici, agenzie di stampa) e per le radiotelevisioni, che trasmettono in via analogica o digitale.
Il presupposto è che la notizia o la dichiarazione siano state diffuse da un mezzo di informazione. Si presuppone che ci sia una struttura organizzativa creata allo scopo di produrre “informazione”, in altri termini, un’impresa a ciò finalizzata o di organizzazione privata e/o sociale.
6) Il “sito informatico” è un giornale o una trasmissione televisiva?
E’ banale affermare che il sito telematico possa essere qualunque cosa. Anche un giornale (ad esempio un quotidiano on line). Ma certo non tutti i siti sono giornali.
QUI STA L’ERRORE CONCETTUALE
7) Il blog è un giornale?
No. Ci sono tanti tipi di blog, ma il blog tipicamente non ha i caratteri di periodicità di un giornale e non è registrato, ma ormai la giustizia indica in più sentenze la responsabilità di direzione pertanto direttore, al fondatore del blog quale ne risponde totalmente in solido civilmente e penalmente. Ancor peggio, lo stesso, in caso di accertamento, sarà tenuto ed obbligato a rendere note le sue fonti in quanto il blogger non è giornalista, pertanto figura non professionale quale non può appellarsi al diritto di riservatezza.
8) Allora, la conclusione è affermare che Internet sia o debba essere il Far West?
No. Oggi, esistono già validi strumenti giuridici di tutela (quali: diffamazione, risarcimento dei danni patiti, pubblicazione della sentenza). Se ne possono introdurre anche altri, ma meglio ponderati.
La libertà di espressione non è (SOLO) degli imprenditori dell’informazione, ma di tutti. Espressione del pensiero e attività imprenditoriale sull’informazione non coincidono.
Il diritto di cronaca è sacro, quello di replica anche. Il caso di Nicotera
Ci stanno linciando Tizia’». Dall’altra parte del cavo, Arturo Lavorato del Movimento 14 luglio di Nicotera (Vv). Da giorni i media locali e nazionali accusano il Movimento popolare della cittadina calabrese di voler “intimidire” una giornalista del Quotidiano del Sud, Enza Dell’Acqua. La notizia – i cui protagonisti sono tre: il Movimento 14 luglio, la giornalista Enza Dell’Acqua, la ‘ndrangheta del Vibonese – rimbalza dal Tg1 al Tg2, dal TgR al Corriere della Sera, dalle radio (qui sotto RadioRai) alle testate locali. Con i “linciati” accusati di essere “linciatori”.
Il Corriere della sera titola: “Nicotera, raccolta firme per fermare la cronista anti-cosche”. E, sotto, introducendo il pezzo del collega Carlo Macrì, si aggiunge: «Gruppo di cittadini ha dato vita al “Movimento 14 luglio” con lo scopo di fermare Enza Dell’Acqua, corrispondente locale per il Quotidiano del Sud: le sue inchieste hanno portato alle dimissioni del sindaco e al commissariamento del Comune per mafia». Stesso tono allarmistico da parte degli altri organi di stampa, con la Federazione nazionale della stampa che ha inviato ai giornalisti una mail per esprimere solidarietà alla collega: «I suoi articoli di denuncia non piacciono ai cittadini di Nicotera, che danno il via a una raccolta di firme da inviare al direttore del giornale con l’obiettivo di mandarla a casa». Va detto, per amor del vero, che a guardare gli elenchi la cronista del Quotidiano del Sud, Enza Dell’Acqua, non risulta iscritta all’Ordine dei giornalisti, né come professionista, né come pubblicista (aggiornamento, ore 21,50: dopo la pubblicazione di questo articolo, in replica, l’interessata ha pubblicato su fb una foto del suo tesserino). Ma non è certo questo il problema, anzi. I giornalisti vanno tutelati, così come il diritto di cronaca. E vanno tutelati innanzitutto dando loro terreno di agibilità, come per esempio un contratto di lavoro e la possibilità di accedere all’Ordine.
Il Movimento 14 luglio non è ambiguo, né colluso
Quello di Nicotera è un Movimento popolare e informale: «Dei cittadini e delle cittadine nicoteresi in mobilitazione. Nata per difendere i beni comuni e i diritti di tutti». Si presentano così sulla loro pagina facebook, si occupano di beni comuni e principalmente di difendere il territorio e la qualità dell’acqua e del mare. «Fra i 40 promotori, sarebbe riconducibile il nome di Emanuele Mancuso, figlio del boss “Luni” Mancuso», scrivono i colleghi di Articolo 21 solidarizzando con Dell’Acqua.
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