
Gaia Patasce, 22 anni, si è laureata in biotecnologie all’Ateneo di Perugia
Gaia Patasce, 22 anni, è dottoressa in in biotecnologie. La giovanissima neolaureata – che vive a Bastiola di Bastia Umbra con i genitori Manuela e Massimo e la nonna Vittoria – ha discusso la tesi: “Lipidi con catene dispari: studio metabolomico in cellule tumorali tramite LC/MS”, relatore professor Roberto Maria Pellegrino.«La mia – dice la dottoressa Patasce – è un tesi di ricerca, una tesi sperimentale, quindi, che ho svolto con il professor Roberto Maria Pellegrino docente di bioinformatica e biotecnologie. Ho annunciato il tirocinio ad ottobre – aggiunge – e in funzione di questo ho realizzato la tesi di ricerca sperimentale».
[Continua dopo la foto]
«Ho studiato – fa notare la giovane scienziata – il profilo lipidico di una linea cellulare tumorale del cancro alla prostata. Ho proceduto con la separazione dei campioni, della acquisizione dei dati tramite la cromatografia liquida (LCMS) con il processamento dei dati con diverse procedure bioinformatiche fino a ottenere una matrice dati».
La dottoressa Patasce si è particolarmente concentrata sullo studio dei lipidi che presentano delle catene, di acidi grassi, con un numero dispari di atomi di Carbonio.
«Questo perché – spiega – i lipidi più diffusi in natura presentano le catene con un numero pari, per via del processo di biosintesi (dall’Acetil-coenzima A) che si implementa a blocchi di due alla volta e, appunto, il lipide che si ottiene è con catene pari. E’ nota però in natura – aggiunge – anche l’esistenza di lipidi con catene dispari (nei vegetali ndr). Nell’essere umano, invece, normalmente sono in numero pari».
[Continua dopo la foto]
«Ci sono però recenti e numerosi studi – annota la dottoressa Patasce – che provano come il valore disparo sia presente nell’uomo, in particolare si è visto che la presenza del lipide disparo nel plasma umano è inversamente proporzionale rispetto alla insorgenza di alcune patologie: diabete, malattie cardio vascolari e altre. La sintesi de novo della lipogenesi endogena a catene dispari è limitata in quanto potrebbe essere dannosa, per esempio legata alla intolleranza al glucosio».
Lo studio sviluppato dalla scienziata bastiola non si è appoggiato su delle cellule normali umane.
«Sì – afferma – ho utilizzato delle cellule tumorali e che, ovvio, presentano un metabolismo alterato in particolare quello della lipogenesi, anche con maggior captazione di lipidi esogeni per la sopravvivenza e per la loro comunicazione».
L’obiettivo della tesi della dottoressa Gaia Patasce era quello di capire se le linee cellule tumorali fossero in grado di sintetizzare de novo lipidi a catene dispari e se ci fossero delle correlazioni interessanti dal punto di vista medico scientifico. Per il lavoro si è avvalsa anche dell’uso di un software, il “Lipid One” sviluppato dal gruppo di ricerca di cui fa parte Patasce.
Gaia a breve inizierà il tirocinio con la professoressa Antonella Mencacci al dipartimento di medicina e chirurgia, microbiologia e microbiologia clinica.
Commenta per primo