
Sana competizione, un’interessante iniziativa senza seguito
Sana competizione – Il racconto di questo progetto, che è anche una storia di amicizia, nasce un pomeriggio di giugno del 2014 quando guardando il muro dello stadio comunale mi sono detto…:“che spazio perfetto per un intervento di Street Art!”,e subito dopo ho pensato che da solo non sarei mai stato in grado di realizzarlo quindi chiamai gli altri due protagonisti della storia:
Fabio Mercanti fotografo e creativo non solo di professione
Luca “COMA” Bartolucci (lo pseudonimo dice già tutto) writer della prima ora
Da subito la mansarda di Fabio divenne il luogo nel quale, davanti al camino acceso, di lì a poco cominciammo a mettere insieme le rispettive visoni .. idee, vedute, cosa e come avremmo voluto fare di quello spazio e non solo.
La gestazione del progetto fu abbastanza lunga ed elaborata e non ci arrendemmo ai primi NO e rifiuti; ci vollero quasi 5 anni affinché si riuscissero a creare le sinergie giuste con l’amministrazione comunale (proprietaria del muro) e grazie anche al coinvolgimento dell’Ente Palio nel 2019 vide la luce la prima edizione di Sana Competizione. Quello che doveva essere un appuntamento annuale nel quale si sarebbero succeduti, sul muro come sul palco, temi e motivi legati al grande contenitore della Sana Competizione nello sport come nella vita.
Nelle nostre teste quello avrebbe dovuto essere il cavallo di troia di un progetto ben più ampio e ambizioso: portare la street art su tutto il territorio comunale in una modalità che voleva raccontare questo fenomeno dalle sue origini più ancestrali fino alle forme che tutti noi oggi apprezziamo.
Sì perché quello che va di moda oggi, i grandi interventi sulle facciate dei palazzi, sono figli di un percorso più ampio che hanno nel Lettering (composizione artistica dei caratteri alfabetici) e nei vagoni ferroviari illegali, nelle Tag (etichetta/firma) e nella ribellione alcuni dei suoi pilastri fondanti che vanno capiti e compresi per apprezzare meglio quello che vediamo oggi su tanti muri sparsi nel mondo.
Così con la programmazione il tempo e la volontà si sarebbe dato vita ad un percorso una “galleria a cielo aperto” spendibile turisticamente sul quale poter puntare per una maggiore vivacità del tessuto bastiolo grazie anche all’intervento di artisti riconosciuti e riconoscibili
Ci sarebbe piaciuto allargare quel percorso che con la “rivierasca” aveva trovato il suo primo spazio “legale”, una palestra dove potersi cimentare, e far sì che si aggiungesse un tassello in più a distanza di anni….
Ma …. evidentemente le buone intenzioni si sono fermate al muro dello stadio.
L’amministrazione ha inteso percorrere in maniera autonoma e autoreferenziale una strada che avevamo suggerito, ma che così ha avuto una prospettiva piuttosto breve senza riuscire a costruire quel filo narrativo che noi ci eravamo prefissi come obbiettivo né tantomeno creare quel percorso che, a nostro modo, avrebbe aggiunto un asset spendibile al nostro territorio.
Ma non è mai tardi però per trasformare un’occasione persa in una nuova opportunità: gli interpreti sono ancora tutti sotto a quello stesso muro.
- Recapiti
- Sito web. www.progettobastia.it
- Indirizzo mail: info@progettobastia.it
- Facebook: Progetto Bastia
- YouTube: www.youtube.com/@progettobastia
- Instagram: www.instagram.com/progetto_bastia
- Newsletter e messaggistica Whatsapp
- Per essere aggiornati inviare nome, cognome e numero cellulare a info@progettobastia
Chi mi conosce sa quanto apprezzi il graffitismo e l’arte in genere. Sana Competizione, a mio avviso, è stato un evento interessante che, oltretutto, avrebbe dovuto essere il primo step di una serie di appuntamenti che, se non avevo inteso male, avrebbero potuto rifare il maquillage alla nostra città. Concordo in pieno con l’articolo dei tre creativi (spero che nessuno giustifichi il non proseguo di questa esperienza con la pandemia; ora ne siamo usciti), credo comunque che oltre la responsabilità della Giunta bastiola, sulla quale, per quanto concerne il discorso sull’arte figurativa, non basta stendere un velo pietoso, bensì una pesante trapunta, occorra comunque chiedere conto anche all’Ente Palio che mi risulta essere stato anche lui promotore di Sana Competizione. Grazie dell’attenzione