(umbriajournal.com) BASTIA UMBRA – Anche questa volta l’Assessore Comunicatore, pur scusandosi, ci fornisce una serie di numeri e di risposte da noi non richieste.
A noi non interessa se la raccolta rifiuti solidi urbani è fatta con il metodo poker, “rovescino”, “mastelloni”; noi abbiamo detto che con i dati ufficiali fornitici dall’Ufficio bilancio del Comune, la spesa complessiva, a consuntivo per la raccolta e smaltimento dei rifiuti a Bastia per l’anno 2011 ammontava a € 2.974.000,00; per il 2012 a 3.080.000,00. Mentre il bilancio di previsione 2013 ipotizza una spesa di 3.784.000,00 con un incremento che si aggira intorno al 30%. Noi ci chiediamo se tale iniziative siano corrette, opportune, in linea con i tempi di grave crisi delle famiglie e delle aziende; sapendo poi che l’Amministrazione comunale era obbligata al totale recupero della spesa e quindi ad addossare su famiglie ed imprese circa € 800.000,00. Questo è il dato politico.
E invece di apportare tagli ai servizi e utilizzare le maggiori entrate per il recupero ICI e nettezza urbana era opportuno spendere meno e tenere pulita la città. Vi lagnate sempre che non ci sono soldi: forse è un bene se dovete spenderli o meglio buttarli come avete fatto per l’incremento delle spese per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Non c’è peggio sordo di chi non vuol sentire. L’obbligatorietà di coprire il 100% dei costi è stata imposta dalla TARES, Tariffa Rifiuti e Servizi, prevista dal Decreto Salva Italia(D. Lgs. 201 del 6 Dicembre 2011) e va a sostituire la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) e la Tassa per lo smaltimento Rifiuti Solidi Urbani (TARSU).
Bagnetti è un falco o una colomba? Un fedelissimo di Lui o un mediatore? Uno scissionista o un pitone? Chi è Bagnetti? È la destra moderata o oltransista? Ma lui lo sa chi è?
PS: oltranzista e non oltransista. Pardon.
C’è proprio da ridere! Invito l’estensore dell’articolo a scorrere il documento che l’ufficio bilancio ha consegnato al PD, troverà una sorpresa che mette in evidenza l’incapacità di analisi dei dati o la malafede di chi li legge e li riporta come gli pare.