Omicidio di Filippo Limini, confermate le condanne

Omicidio di Ferragosto, fatta autopsia su Filippo Limini, si cerca il quarto uomo

Omicidio di Filippo Limini, confermate le condanne

La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva confermando le condanne legate all’omicidio di Filippo Limini, il giovane di 25 anni ucciso fuori da una discoteca a Bastia nell’agosto del 2020. L’episodio tragico aveva coinvolto due gruppi, uno proveniente da Spoleto e l’altro del luogo.

La quinta sezione della Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato da Valentino George Neculai e dichiarato inammissibile quello di Kevin Malferteiner. Neculai, che era stato condannato a 7 anni per omicidio preterintenzionale e rissa aggravata, aveva cercato di impugnare la sentenza basandosi su diversi motivi, tra cui l’assenza di un conflitto fisico diretto con la vittima e un presunto vizio delle motivazioni e sul diniego delle attenuanti generiche.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto tali argomentazioni, sottolineando che Neculai aveva colpito Limini con calci e pugni mentre era già a terra dopo un precedente colpo da un altro partecipante alla rissa. Il giovane spoletino subito dopo è stato investito e ucciso dall’utilitaria a bordo della quale il gruppo di Bastia, accerchiato da quello di Spoleto, stava tentando la fuga. Neculai, dopo il fattaccio, scappò in Germania, dove venne rintracciato e arrestato.

La vicenda ha coinvolto vari individui, alcuni dei quali hanno patteggiato delle condanne. L’autista dell’auto coinvolta nell’incidente mortale, Brendon Kosiki, ha patteggiato una pena di 4 anni per omicidio stradale e rissa, mentre Kevins Malferteiner – il cui ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile – era tra i passeggeri.

Denis Hajderlliu, che aveva colpito Limini con un pugno prima che Neculai intervenisse, ha patteggiato 3 anni. Altri giovani appartenenti ai due gruppi sono stati condannati per rissa.

Per quel terribile episodio sono stati condannati per rissa, dopo aver patteggiato, anche alcuni giovani del gruppo spoletino: Daniel Tardea (10 mesi), Denis Radi ed Emanuel Dedai (4 mesi ciascuno). Altri due sono stati invece assolti.

L’episodio è stato definito terribile e ha gettato un’ombra sulla serata di festa che doveva essere per i giovani. La conferma delle condanne da parte della Corte di Cassazione rappresenta un passo importante verso la giustizia per la vittima e i suoi familiari, anche se non può cancellare il dolore e la tragedia che si sono verificati.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*